Francesco: “La guerra è sempre una sconfitta, chiediamo la pace”

Città del Vaticano Il sorriso per la dirompente esibizione del CircAfrica in Aula Paolo VI (con tanto di elefanti animatronics), lascia presto il posto al dolore, sul volto del Papa, per il perdurare dei conflitti che piagano diversi ‘pezzi’ del mondo. “Non dimentichiamo di pregare per la pace”, scandisce Francesco al termine dell’udienza generale di oggi, 8 gennaio, dopo una catechesi interamente dedicata alla piaga dello sfruttamento, degli abusi e della costrizione al lavoro per centinaia di migliaia di bambini. (Vatican News - Italiano)

Su altre fonti

I nomi dei Paesi che soffrono a causa dei conflitti sono ormai impressi nel cuore del Papa che non manca occasione per rilanciare il suo grido e quello di tutta la Chiesa perché si raggiunga la pace. Benedetta Capelli – Città del Vaticano Non dimentichiamo di pregare per la pace nella martoriata Ucraina, Palestina, Israele, tutti i Paesi che sono in guerra, in Myanmar. (Vatican News - Italiano)

“Non dimentichiamo di pregare per la pace”. Anche la prima catechesi del 2025 è terminata con un appello alla pace, lanciato da Papa Francesco in Aula Paolo VI durante i saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì. (La Voce del Popolo)

Sono i due opposti che guidano la riflessione di Papa Francesco all’Angelus in una piazza san Pietro colorata dal 38.mo corteo storico “Viva la Befana”, quest’anno dedicato alla città di Amelia, e che nel giorno dell’Epifania sfila per via della Conciliazione. (Vatican News - Italiano)

Papa Francesco: “Riconoscere Gesù vicino a noi”

Ieri, 5 gennaio, nuovo appello di pace. Aperta la Porta Santa di San Paolo fuori le Mura (Avvenire)

“In questo momento in cui stiamo fortemente pregando per la pace c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti! E’ la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce!” Lo ha detto il Papa questa mattina, prima della preghiera dell’Angelus, recitata in Piazza san Pietro insieme a quasi 100mila fedeli. (Toscanaoggi.it)

“Noi, oggi, a quale categoria apparteniamo? Siamo più simili ai pastori, che la notte stessa vanno in fretta alla grotta, e ai Magi d’Oriente, che partono fiduciosi alla ricerca del Figlio di Dio fatto uomo; o siamo più simili a coloro che, pur essendo fisicamente vicinissimi a lui, non aprono le porte del loro cuore e della loro vita, rimangono chiusi e insensibili alla presenza di Gesù?”. (In Terris)