L'AI, i modelli cognitivi e il "Sistema 0": come funziona il nuovo sistema di pensiero, i rischi e le opportunità

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L’interazione tra esseri umani e intelligenza artificiale sta dando forma a un nuovo sistema di pensiero, un nuovo schema cognitivo esterno alla mente umana ma capace di potenziarne le abilità cognitive: è quanto si legge in un articolo scritto da un team di ricercatori coordinato dal professor Giuseppe Riva, direttore del Humane Technology Lab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (campus di Milano) e del Laboratorio di Tecnologia Applicata per la Neuro-Psicologia presso l’Istituto Auxologico Italiano IRCCS, Milano. (Innovation Post)

La notizia riportata su altri media

A metà tra uomo e macchina. Quando l’intelligenza umana e quella artificiale si incontrano, nasce una nuova forma ibrida di pensiero. Si chiama “Sistema 0” ed è il risultato della ricerca guidata dall’Università Cattolica di Milano e pubblicata sulla rivista Nature Human Behaviour. (Sky Tg24 )

L’intelligenza artificiale sta dando vita a un nuovo modo di pensare. Non è fantascienza, ma la teoria di un gruppo di esperti dello Humane Technology Lab dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che propone per l’intelligenza artificiale un «sistema di pensiero 0». (Corriere della Sera)

E in questo contesto c’è chi si chiede se dall’interazione fra l’intelligenza artificiale generativa e quella umana possa nascere una nuova forma di pensiero. (WIRED Italia)

L a prestigiosa rivista scientifica Nature ha appena pubblicato un articolo intitolato “The case for human-AI interaction as System 0 thinking”. Chi scrive, insieme a un team di ricercatori (Marianna Ganapini, Enrico Panai, Mario Ubiali), sono tra gli autori che affrontano il complesso argomento della relazione essere umano-AI, utilizzando un punto di vista multidisciplinare. (Il Sole 24 ORE)

Il Sistema 0, esterno alla mente umana, potenzia le abilità cognitive dell’uomo introducendo nuove complessità nel panorama cognitivo. Questo modello potrebbe segnare un’evoluzione significativa nella capacità di pensare e prendere decisioni, ma resta fondamentale che l’umanità garantisca che l’uso di tale progresso supporti l’autonomia cognitiva, senza comprometterla. (Primaonline)