LIDO DI VENEZIA | PARLA GIANNI AMELIO, REGISTA DEL PRIMO FILM ITALIANO IN CONCORSO

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/08/2024 LIDO DI VENEZIA – Oggi alla Mostra di Venezia è il giorno del primo film italiano in concorso campo di battaglia in gara per il Leone d’ oro. || È campo di battaglia di Gianni Amelio il primo film in concorso alla 81 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella giornata anche di Jude Law e dell’ attesa domani per George Clooney. Amelio ha uno sguardo cinematografico sempre profondo. (ANTENNA TRE)

La notizia riportata su altri media

Caporetto ha portato il suo carico di devastazione, di morti, di mutilati, mutilati anche nella speranza. Guerra e pandemia, ma non siamo nel presente: siamo nel 1918, al crepuscolo della Prima guerra mondiale. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Domani, alle 21.30, l’Arena Puccini accoglie il regista Gianni Amelio e l’attore Alessandro Borghi per l’anteprima del film Campo di battaglia, in concorso in questi giorni all’81esima Mostra internazionale del cinema di Venezia (il Resto del Carlino)

La storia è intensa: sul finire della Prima guerra mondiale, due ufficiali medici amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. (Best Movie)

Presentati in questi giorni nella kermesse veneziana della Mostra Internazionale d’arte cinematografica, arrivano a Lucca ad EstatecinemA per incontrare il pubblico due grandi protagonisti del cinema italiano, con i loro film in anteprima. (LA NAZIONE)

La recensione video di Campo di battaglia, il film di Gianni Amelio con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini, presentato in concorso all'81 esima edizione del Festival di Venezia. Home Recensioni Campo di battaglia, la recensione video: lo scontro ideologico tra medici nella Guerra è un piccolo film (BadTaste.it Cinema)

Quelli tutti di un pezzo, come lo Stefano interpretato da Gabriel Montesi, quelli che la guerra provano a fermarla modo loro, come Giulio (Borghi) rimandando a casa, a qualunque costo, i soldati che al fronte non ci vogliono più andare. (Corriere della Sera)