Le trappole e gli inganni di Netanyahu
Di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah da parte di Tel Aviv non se ne parla neppure. «Andremo avanti fino il vittoria», dice Netanyahu che non teme di certo l’ira di Biden ma casomai del suo ministro della sicurezza Itamar Ben Gvir. Che è il capo del partito di estrema destra Otzma Yehudit, che ieri ha minacciato di lasciare il governo – e quindi di farlo cadere – se il premier israeliano accettasse la proposta di cessate il fuoco americana e francese (il manifesto)
Ne parlano anche altre testate
L'assenza dell'esercito libanese regolare nell'attuale crisi tra Israele e Hezbollah solleva interrogativi sulla capacità delle istituzioni statali di affrontare un conflitto su larga scala PUBBLICITÀ (Euronews Italiano)
L’obiettivo è di far ritirare Hezbollah al Nord del fiume Litani e degradare le capacità militari dell’organizzazione sciita così da permettere ai circa 60 mila cittadini… (La Stampa)
Penso che Netanyahu voglia usufruire dell’assenza di una guida alla Casa Bianca dato che Biden è fuori servizio e i due candidati non hanno oggi la capacità di prendere decisioni e comunque non vogliono alienarsi neppure la più piccola parte dell’elettorato, visti i margini stretti attesi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ma la guerra che Israele sta combattendo contro Hamas e Hezbollah, e per essere più precisi, contro l’Iran, è una guerra necessaria dopo l’eccidio del 7 ottobre 2023. (Nicola Porro)
L’annuncio internazionale di una possibile pausa nello scontro con Hezbollah viene subito riportato sul piano locale dagli alleati più estremisti nel governo di estrema destra: Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze e leader messianico dei coloni, proclama che la «campagna militare nel Nord può finire con un solo scenario: la distruzione di Hezbollah». (Corriere della Sera)
A Beirut ha vissuto e studiato. Luigi Toninelli è ricercatore dell’Ispi specializzato in Medio Oriente: Libano e Iran in particolare. (Corriere della Sera)