Arianna Meloni chiama FdI all'unità: «Aiutiamo Giorgia, è il nostro Frodo»
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Non che ci fossero dubbi, ma Giorgia Meloni può ancora contare sul suo esercito, se l’intenzione è quella di andare in battaglia. Lo ha dimostrato ieri la direzione del suo partito che, assente lei, ha praticamente parlato con una sola voce assicurandole impegno, compattezza, difesa e sostegno su ogni capitolo aperto del difficile momento politico. A chiudere i lavori, dopo quattro ore di interventi compresi quelli di tutti i ministri (solo Daniela Santanchè non ha parlato) per rivendicare «il grande lavoro fatto», gli «straordinari risultati» e per denunciare l’attacco della magistratura e di chi «non vuole farci lavorare», è stata Arianna Meloni a chiudere con un vero e proprio appello all’unità e al non farsi prendere dal panico, nonostante sia forte nel partito la sensazione di accerchiamento. (Corriere Roma)
Su altri giornali
Se non fosse che ormai siamo assuefatti a tutto, almeno qualche brivido sulla schiena le parole della sorella della Meloni (che è anche capo capo della segreteria politica del partito) dovrebbero suscitarlo. (La Pressa)
Il capo dello Stato è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura (CSM) e per il Colle l'idea di sollevare proteste pubbliche contro l'indipendenza della magistratura sarebbe inconcepibile e inaccettabile in un sistema democratico. (Il Giornale d'Italia)
Roma — Nessuno indietreggiamento, anche se l’idea di convocare le piazze contro le toghe al momento è congelata. (la Repubblica)
Doveva essere una normale direzione nazionale, si è trasformata nella nascita del « Partito della Nazione». Nel centro congressi a pochi passi da Piazza di Spagna, a Roma, affittato da Fratelli d’Italia, si riuniscono deputati e senatori meloniani, più la pattuglia dei ministri. (il manifesto)
Arianna Meloni nel mirino della sinistra. La sua colpa? Essere sorella del premier Giorgia. (Liberoquotidiano.it)
«Avevo smesso di fumare e ho appena ricominciato...». Sa che sua sorella mancherà l’appuntamento, a lei dunque il compito di serrare le fila, chiamare alla compattezza il partito che ha visto nascere e crescere a una velocità impressionante, e che ora va salvaguardato dagli errori, da un “effetto meteora” che in politica, si sa, è sempre dietro l’angolo. (ilmessaggero.it)