Lo Russo, al corteo degli anarchici “atti eversivi e premeditati”
«E' evidente che ciò che è accaduto sabato a Torino è stata un'azione premeditata, non legata ad alcuna sedicente provocazione da parte di chi ha gestito l'ordine pubblico, un'azione del tutto voluta e atta a cercare lo scontro e la devastazione». A dirlo il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, nel corso delle comunicazioni al Consiglio comunale sui disordini avvenuti sabato in centro nel corso della manifestazione degli anarchici in solidarietà ad Alfredo Cospito. (La Stampa)
Ne parlano anche altre fonti
Il peso di Torino nella galassia anarchica italiana non è storia ma attualità. La massiccia risposta alla " chiamata alle armi" per il corteo di sabato ne è la conferma. Sono arrivati da oltre una decina di città italiane, da Francia, Germania e Spagna. (La Repubblica)
E il simbolismo legato ai processi ad Alfredo Cospito, detenuto al 41bis con un quadro clinico in costante peggioramento (ieri è ritornato in ospedale) visto che da mesi è in sciopero della fame, non ha fatto altro che accendere la miccia. (ilGiornale.it)
"Quello che è accaduto - ha aggiunto - è un fatto molto grave che deve essere stigmatizzato con grande energia e forza da tutto il quadro politico perché sono episodi che non hanno nulla a che fare con il diritto democratico di manifestare le proprie idee, è teppismo puro ed è bene che i responsabili possano venire identificati e sanzionati adeguatamente". (Adnkronos)
Il Ministro: plauso alle Forze di polizia per la capacità dimostrata nell'aver saputo gestire con equilibrio e professionalità i momenti di tensione Minuti, 38 secondi di lettura (Ministero dell'Interno)
Minuti, 38 secondi di lettura Il Ministro: plauso alle Forze di polizia per la capacità dimostrata nell'aver saputo gestire con equilibrio e professionalità i momenti di tensione (Ministero dell'Interno)
«Un gruppo di teppisti ha deciso in maniera premeditata e deliberata di devastare una parte di città». Il sindaco Stefano Lo Russo non trattiene la rabbia, per quella che considera una «ferita ma soprattutto una vergogna». (Corriere della Sera)