Enel, Cattaneo rilancia e punta sulle reti
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Chiuso il capitolo cessioni, e messo in sicurezza il debito, Enel apre un nuova fase strategica «all'insegna della crescita». A disegnare gli obiettivi al 2027 è l'ad Flavio Cattaneo presentando a Milano un nuovo piano industriale da 43 miliardi. Un impegno crescente (+7 miliardi dal piano precedente) legato a un nuovo sviluppo che vedrà al centro reti di distribuzione, a cui andranno 26 miliardi (+40%); e rinnovabili, a cui sono destinati 12 miliardi tra eolico onshore e tecnologie programmabili (idroelettrico e batterie). (il Giornale)
Ne parlano anche altri media
( Il Sole 24 Ore Radiocor ) Sfuma il rimbalzo del titolo Enel che, all’indomani della presentazione del piano industriale, perde quota nonostante una partenza inizialmente positiva. Sul fronte dei risultati nel 2027, si prevede che l'ebitda di gruppo aumenti fino a un valore compreso tra 24,1 e 24,5 miliardi e che l’utile netto ordinario cresca fino a un valore compreso tra 7,1 e 7,5 miliardi. (Il Sole 24 ORE)
In vista, c’è una newco che, ha sottolineato Cattaneo, «offrirà soluzioni importantissime per i data center cominciando da Italia e Spagna, e prevediamo di fare uno scale-up verso altri paesi». I vertici dell’azienda elettrica hanno ribadito la volontà di puntare, tre le altre cose, anche sul settore dei data center offrendo soluzioni ottimizzate di connessione alla rete e offerte integrate di energia rinnovabile. (Civonline)
Lo stanziamento di 43 miliardi di euro, destinati prioritariamente a reti energetiche ed energie rinnovabili, potrà comportare anche la crescita dell’organico, con la creazione di nuova occupazione a livello nazionale. (Ti Consiglio)
Il governatore del Veneto, intervistato da Maurizio Belpietro: «Certi giornalisti raccontano male il tema dell’autonomia. Se da un lato la sinistra ha provato ad interpretare la sentenza della Corte costit... (La Verità)
Enel gruppo energetico (LA STAMPA Finanza)
L’allocazione delle risorse finanziarie tra le geografie di riferimento avverrà in modo proporzionale al relativo contributo alla marginalità, con circa il 75% in Europa e circa il 25% in America Latina e in Nord America. (Corriere della Sera)