Le 10 cose da sapere su Trump

Le 10 cose da sapere su Trump
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Collettiva.it ESTERI

Tremate, tremate, le politiche di Trump sono tornate. Il neo rieletto alla Casa Bianca aveva già fatto annunci e promesse roboanti sulla svolta che intende imprimere agli Stati Uniti d’America dopo l’era Biden. Abbiamo messo in fila le dieci cose che non si possono ignorare su Donald Trump e che avranno ripercussioni sicure su tutti i continenti. 1. America, “populismo first” Donald Trump è riuscito a farsi rieleggere grazie a una propaganda che lo spacciava per un uomo del popolo e suo paladino contro le classi agiate e quelle dirigenti, contro le élite alle quali però appartiene. (Collettiva.it)

Su altri giornali

L‘esito era prevedibile, se si pensa che, in tutti i sondaggi, gli Americani, con una larga maggioranza di oltre il 60% disapprovavano la presidenza Biden, e ritenevano che il Paese andasse nella direzione sbagliata. (Il Piccolo Faenza)

L’Unione europea aveva bollato la presidenza di Trump come un’anomalia, opinione che era parsa giustificata dalla sconfitta inflittagli da Joe Biden nel 2020. (Corriere della Sera)

Il dibattito sarà condotto da Mauro Della Porta Raffo, presidente onorario della Fondazione Italia Usa, noto per le sue analisi acute e il suo vasto bagaglio culturale in materia di politica americana. (varesenews.it)

Un cuore di tenebra all’ombra del mito

Con la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, il popolo americano si ritrova di fronte a una versione del Paese che riteneva superata quattro anni fa e che invece, in qualche modo, ha ripristinato. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Quanto reggeranno i pesi e contrappesi del sistema americano? Per ora il vincitore, che ha dalla sua pure la Corte Suprema, si porta avanti: progetta epurazioni di generali non allineati e distribuisce incarichi a figure poco inclini al compromesso come Elon Musk al Dipartimento per l’efficienza o la governatrice che sparò al cane disobbediente Kristi Noem alla Sicurezza interna. (Corriere TV)

Ma, «oggi la vita politica non trae più il suo dinamismo dai liberal che hanno reso possibile il New Deal», bensì da una diversa «dinamica del dissenso», abbastanza forte «da definire il tono della nostra vita politica e innescare una sorta di reazione punitiva in tutto il Paese»: in altre parole, un nuovo e possente vento di destra. (il manifesto)