Il Papa prega per la pace e per chi soffre a causa della guerra

Benedetta Capelli – Città del Vaticano Non dimentichiamo di pregare per la pace nella martoriata Ucraina, Palestina, Israele, tutti i Paesi che sono in guerra, in Myanmar. I nomi dei Paesi che soffrono a causa dei conflitti sono ormai impressi nel cuore del Papa che non manca occasione per rilanciare il suo grido e quello di tutta la Chiesa perché si raggiunga la pace. Anche all’Angelus ripete l’appello a pregare e quindi a contribuire perché si raggiunga, lo fa anche rivolgendosi alle comunità ecclesiali dell’Oriente che domani celebrano il Santo Natale (Vatican News - Italiano)

Ne parlano anche altri media

Al termine dell’Angelus di ieri, 6 gennaio, dopo la Messa nella solennità dell’Epifania, il Papa a rivolto il suo appello ai fedeli in piazza San Pietro: «Non dimentichiamo di pregare per la pace in Ucraina, in Israele e in tutti i Paesi che sono in guerra». (Romasette.it)

Città del Vaticano Il sorriso per la dirompente esibizione del CircAfrica in Aula Paolo VI (con tanto di elefanti animatronics), lascia presto il posto al dolore, sul volto del Papa, per il perdurare dei conflitti che piagano diversi ‘pezzi’ del mondo. (Vatican News - Italiano)

"Basta colpire i civili". Nella Messa del 6 gennaio l'auspicio di seguire la stella per camminare nell'amore. (Avvenire)

Il Papa: non rassegniamoci alla tristezza, nelle fragilità brilla la stella di Gesù

“In questo momento in cui stiamo fortemente pregando per la pace c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti! E’ la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce!” Lo ha detto il Papa questa mattina, prima della preghiera dell’Angelus, recitata in Piazza san Pietro insieme a quasi 100mila fedeli. (Toscanaoggi.it)

“Noi, oggi, a quale categoria apparteniamo? Siamo più simili ai pastori, che la notte stessa vanno in fretta alla grotta, e ai Magi d’Oriente, che partono fiduciosi alla ricerca del Figlio di Dio fatto uomo; o siamo più simili a coloro che, pur essendo fisicamente vicinissimi a lui, non aprono le porte del loro cuore e della loro vita, rimangono chiusi e insensibili alla presenza di Gesù?”. (In Terris)

Mettiamoci in cammino verso di Lui. È la stella di Gesù, che viene a prendersi cura della nostra fragile umanità. (Vatican News - Italiano)