Eni-Nigeria, 8 mesi ai pm De Pasquale e Spadaro: «Nascosero le prove a favore degli imputati»

Otto mesi di reclusione, pena sospesa, per rifiuto di atti di ufficio. Per il tribunale di Brescia presieduto da Roberto Spanò, il procuratore aggiunto milanese Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro, ora alla Procura europea antifrodi, sono penalmente responsabili per non aver depositato atti favorevoli alle difese nel processo sulla presunta tangente Eni/Shell-Nigeria. Concluso con un'assoluzione collettiva con formula piena «perché il fatto non sussiste» e la rinuncia di impugnazione da parte della Procura generale «poiché i motivi d'Appello sono incongrui, insufficienti e fuori dal binario di legalità». (ilgazzettino.it)

La notizia riportata su altri giornali

Il pm all'«americana», che con gli elementi a sua conoscenza fa quello che vuole nel proprio processo, in Italia non si può fare: il Tribunale d Brescia ha condannato a 8 mesi (con attenuanti generiche e sospensione della pena) il procuratore aggiunto uscente milanese Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro (ora in forza alla Procura europea antifrodi) per «rifiuto d’atti d’ufficio» nel non aver voluto depositare nel febbraio-marzo 2021, a ridosso della sentenza del processo milanese per corruzione internazionale Eni-Nigeria, talune chat dell’ex dirigente Eni Vincenzo Armanna che, trovate e segnalate ai colleghi dal pm Paolo Storari tramite la collega Laura Pedio e il procuratore Francesco Greco nel procedimento parallelo sul depistaggio, incrinavano l’attendibilità del coimputato/accusatore di Eni assai valorizzato dai due pm al pari del suo sodale Piero Amara. (Corriere Milano)

I due magistrati, protagonisti dell’inchiesta Eni/Shell-Nigeria, sono stati ritenuti responsabili di non aver presentato elementi favorevoli alla difesa nel corso del processo, che si era chiuso con l’assoluzione di tutti gli imputati. (StatoQuotidiano.it)

Il ciclo iniziato nel 2014 con le inchieste della Procura di Milano sugli affari petroliferi di Eni all’estero si è chiuso ieri a Brescia, con la condanna dei due magistrati che rappresentavano l’accusa nel processo per corruzione internazionale in Nigeria. (Il Fatto Quotidiano)

“Nascosero le prove”. Condannati i pm del caso Eni-Nigeria

Lo ha deciso il tribunale bresciano, presieduto da Roberto Span&og… (L'HuffPost)

Sono stati condannati a otto mesi i pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, nel processo a Brescia in cui sono imputati di rifiuto di atti d'ufficio per non aver depositato, nell’ipotesi accusatoria, atti favorevoli alle difese nel processo Eni/Shell-Nigeria, poi conclusosi a Milano con l'assoluzione di tutti gli imputati. (La Repubblica)

Al centro della controversia, il famoso processo all’Eni e ai suoi dirigenti, dall’amministratore delegato Claudio Descalzi al predecessore Paolo Scaroni, su presunte tangenti in Nigeria per l’esercizio di un giacimento di petrolio. (Nicola Porro)