Giustizia e politica: troppe coincidenze per non dubitare
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Con la solita puntualità della ben conosciuta “giustizia ad orologeria”, è giunta notizia che il Presidente del Consiglio ed altri membri del governo (Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano), in seguito ad un esposto di un “privato cittadino”, sono iscritti nel registro degli indagati per i reati di favoreggiamento e peculato a margine del “caso Almasri”, il generale libico arrestato per un mandato di arresto della Cpi e scarcerato dalla Corte d’Appello di Roma per un vizio di forma nella emissione del mandato. (ROMA on line)
La notizia riportata su altri media
Giorgia Meloni ha dichiarato di aver ricevuto un avviso di garanzia, eppure ciò che ha ricevuto non è un avviso di garanzia, bensì una comunicazione prevista dalla legge costituzionale n. Viviamo in un’epoca di simulacri, in cui la verità è stata smembrata, rielaborata e riconsegnata al pubblico sotto forma di slogan, di frasi ripetute fino alla nausea, fino a trasformarsi in dogmi. (LaC news24)
Una scelta obbligata, secondo alcuni, dettata dalla necessità di trasmettere il caso al Collegio dei reati ministeriali, informando “immediatamente” gli interessati per permettere loro di presentare memorie o difese. (Il Dubbio)
Un atto dovuto? Forse, un atto voluto, come ha titolato ieri con malcelato orgoglio il Manifesto. Si dice, anzi è quasi un coro, che Francesco Lo Voi, procuratore della Repubblica di Roma non avesse scelta e abbia fatto quel che gli imponeva la legge. (il Giornale)