Web tax per tutti, il Governo tira dritto: confermata l’eliminazione delle soglie di ricavi

E’ confermato il progetto del Governo Meloni di estendere la Web Tax a tutte le imprese che gestiscono i servizi digitali in Italia, così come l'aumento della ritenuta sulle plusvalenze delle criptovalute dal 26% al 42%. Le due novità, annunciate alla stampa dal viceministro dell’economia e delle finanze Edoardo Leo, sono state ora messe nero su bianco nel testo della Manovra di bilancio per il 2025 appena firmata dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, e trasmessa alle Camere per la discussione e la sua definitiva approvazione. (Engage)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Da una parte c’è quella dell’informazione dei giornali che vede inaspettatamente estendere e applicare anche a loro una web tax sui servizi digitali legati alla pubblicità targetizzata, dall’altra c’è il comparto librario stupito non da qualche provvedimento ma dall’assenza di qualsiasi provvedimento per il rilancio del settore in un paese con l’indice di lettura tra i più bassi d’Europa. (Italia Oggi)

La proposta, inserita nella Legge di Bilancio 2025, intende ampliare la platea dei soggetti destinatari dell’imposta sui servizi digitali, cancellando il precedente limite quantitativo di 5,5 milioni di euro di volume d’affari annuo. (varesenews.it)

"Si rischia di pregiudicare le startup e lo sviluppo del settore – spiega il presidente di Cna Digitale, Nicola Ciulli –. Si tratterebbe di una forte penalizzazione per il settore, particolarmente per le piccole e medie imprese e le start-up. (il Resto del Carlino)

Web tax all'italiana: la nuova legge che stanga le imprese e crea disoccupati

Una decisione che sta facendo tremare il mondo tecnologico italiano. L'Italia sta per cambiare le regole della Digital services tax, la tassa sui servizi digitali, nota anche come web tax nel linguaggio comune. (WIRED Italia)

La rivolta unanime del mondo dell’editoria contro la nuova web tax del governo Meloni ha pochi precedenti. Finora dovevano pagarla … (Il Fatto Quotidiano)

Nei fatti molte delle aziende che operano nel settore digitale saranno soggette a una doppia tassazione: oltre a Ires, Irap e tutte le altre gabelle previste dalla legge, dovranno versare allo Stato anche il 3% del loro fatturato. (Today.it)