STIPENDI DOCENTI: bonus per chi insegna al Nord e nelle grandi città. Il piano del governo
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Bonus sullo stipendio per chi insegna al Nord e nelle grandi città Il Governo ha approvato la proposta di attuare un bonus, tradotto in un aumento di stipendi, ai docenti che vivono al Nord ed in generale nelle grandi città. La proposta della Lega è stata subito approvata alla camera durante la discussione sul salario minimo. In particolare, come riporta Il Messaggero, il Governo, tramite il sottosegretario Durigon, recita: “Lo stipendio unico nazionale può comportare disuguaglianze sociali su base territoriale, creando discriminazioni di reddito effettivo”. (iLMeteo.it)
Su altre testate
Si tenta di passare dal principio dell’uguale per tutti a quello della proporzionalità su base geografica, cioè pensano di diversificare le retribuzioni nel nostro paese, così come esisteva nel dopoguerra”. (LuccaInDiretta)
Prima considerato un cavallo di battaglia esclusivo della Lega, l'opinione sulla questione sembra ora condivisa dalla maggioranza: le retribuzioni dei dipendenti pubblici e privati dovrebbero essere adeguate al contesto geografico in cui risiedono. (QuiFinanza)
Ancodis: il timore delle gabbie salariali per i docenti ingabbiati nelle fasce di anzianità di servizio. Altro argomento di distrazione di massa? (Oggi Scuola)
“La questione della retribuzione degli insegnanti ritengo sia un tema di carattere nazionale che attiene al contratto collettivo nazionale che deve avere un ruolo primario in termini di riconoscimento salariale. (Tecnica della Scuola)
Su la Stampa, Chiara Saraceno esordisce con un titolo che chiarisce tutto e sul quale anche noi ci eravamo intrattenuti: “Le gabbie salariali e quell’insana voglia di dividere il paese”, e che così inizia il pezzo: “Mentre il governo ha bloccato la proposta di salario minimo presentata dalle opposizioni sale la voglia di tornare a una qualche forma di gabbie salariali in nome del diverso costo della vita su base territoriale. (Tecnica della Scuola)
I sindacati hanno espresso il proprio dissenso, sostenendo che il Paese non deve essere diviso, ma che occorre lavorare per arrivare ad un incremento delle retribuzioni per tutti i lavoratori della scuola. (Scuolainforma)