“Ecco perché il momento più pericoloso è adesso”

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ilGiornale.it ESTERI

Azioni simboliche, avvertimenti per mostrare i muscoli o atti dovuti per salvare la faccia, evitando un’escalation. Poco importa. Lo scontro diretto tra Israele e Iran, dopo decenni di guerra combattuta nell’ombra, ha scombinato le carte in Medio Oriente, costringendo gli stati interessati a uscire allo scoperto per riscrivere le regole del gioco. Nuovi equilibri, nuove alleanze, nuove soluzioni ad antiche questioni o punto di non ritorno verso un conflitto allargato? Oppure, dopo l’attacco annunciato di Teheran con centinaia di droni e missili lanciati su Israele e la risposta misurata di Tel Aviv a Isfahan, tutto è cambiato per rimanere uguale. (ilGiornale.it)

Su altri giornali

Dopo l'attacco della Repubblica islamica allo Stato ebraico e, in risposta, il lancio di droni contro la base di Esfahan, torna l'attenzione degli analisti internazionali sulle forze aeronautiche dei due Paesi. (Sky Tg24 )

Hanno destato allarme, ma non stupore, le affermazioni del brigadier generale dell’IRGC Ahmad Haghtalab alla stampa lo scorso 18 aprile, alla vigilia della risposta israeliana contro l’Iran, avvenuta poi alle prime luci dell’alba del giorno successivo. (L'HuffPost)

Le sue parole: 'L'Iran ha punito il regime sionista per il crimine commesso, (Adnkronos)

Seguita a sua volta dalla contro-reazione israeliana comunque circoscritta per evitare l’escalation di un conflitto regionale aperto temuto da tutti, e sempre possibile. (L'HuffPost)

La contro-rappresaglia israeliana per i raid con droni e missili di Teheran che avevano colpito la base aerea di Nevatim e installazioni militari nel Golan alla fine ha avuto luogo la notte del 19 aprile a quanto sembra con un raid limitato all’impiego di 3 UAV a lungo raggio armati con altrettanti missili lanciati contro una installazione radar della difesa aerea iraniana a Isfahan, nell’Iran centrale. (Analisi Difesa)

I dubbi sulle modalità dell’attacco israeliano al sito radar iraniano In base alle immagini satellitari comparse nei giorni successivi al raid, si notano chiaramente segni di bruciature sul terreno in corrispondenza del luogo dove era installato il radar di tiro 30N6E2 FLAP LID del sistema missilistico antiaereo S-300PMU-2 posto a protezione della base e, soprattutto, della vicina centrale di arricchimento dell’uranio di Natanz, situata circa 80 km a nord. (RID)