Tajani: “Sugli esteri decidiamo io e Meloni. I mandati di arresto non portano la pace”
Partiamo dall’ultima domanda. Il cuore del problema. Ministro Antonio Tajani, è normale che Matteo Salvini, senza consultare Palazzo Chigi e la Farnesina, dica a Benjamin Netanyahu: “Sei il benvenuto in Italia”? Non scavalca così lei e la premier? «Senta, la politica estera si deve fare in maniera costruttiva. È una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E… (la Repubblica)
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Il mandato di arresto per crimini contro l’umanità e per crimini di guerra, emesso dalla Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della difesa Yoaf Gallant e il capo militare di Hamas Mohammed Deif, ci dice una cosa elementare ma inaccettabile per gli odierni poteri selvaggi. (il manifesto)
Non arresteranno Netanyahu e Gallant, e in fondo è l'unica cosa che conta, o perlomeno quella che conta di più. Non li arresteranno perché questo anzitutto avverrebbe se per esempio entrassero negli Stati Uniti e in Russia e Cina (non proprio tre staterelli) che non riconoscono la Corte penale internazionale, oltre ovviamente a Israele. (il Giornale)
Così come del tutto prevedibili le reazioni indignate da parte di Tel Aviv e degli Stati Uniti ai mandati di arresto contro il primo ministro Bibi Netanyahu e l’ex ministro della difesa Yoav Gallant, con la solita accusa alla Corte di essere “antisemita”. (Avvenire)
In undici mesi i più alti tribunali del pianeta hanno terremotato decenni di apatia internazionale sul colonialismo d’insediamento israeliano e le sue pratiche. (il manifesto)
E l’altro vicepremier Antonio Tajani è netto: “La linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. L’ultima uscita del vicepremier Matteo Salvini, che ha invitato Netanyahu in Italia, non sembra essere piaciuta agli alleati del centrodestra, a partire da Giorgia Meloni. (Virgilio Notizie)
E il governo delle destre italiane si … (Il Fatto Quotidiano)