L'hacker Calamucci, l'applicazione israeliana che non lascia tracce e la misteriosa "ragazza albanese"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Fatto Quotidiano INTERNO

“Tecnologie e sistemi informatici di altissimo livello a fronte di risorse economiche investite assolutamente significative”. Ed è così che i componenti della “banda di via Pattari“, il gruppo di hacker e appartenenti (attuali o passati) alle forze dell’ordine che secondo l’accusa ha spiato centinaia di persone attraverso accessi illeciti alle banche dati dello Stato, si aggiornava e studiava continuamente le applicazioni da poter utilizzare per raccogliere informazioni e dati sensibili. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri giornali

Equalize sarebbe stata in grado di accedere a banche dati di Stato servendosi di membri delle forze dell'ordine corrotte e hacker: cosa avrebbe cercato in modo illegale la società tra le più ambite nel settore delle investigazioni private. (Fanpage.it)

La vicenda è descritta nella maxi-informativa redatta dai Carabinieri e depositata agli atti del fascicolo: “Le analisi forensi”, scrivono gli investigatori, “hanno permesso di accertare l’interessamento in intercettazioni illecite a carico di Jacobs e del suo staff” da parte di due indagati, Lorenzo Di Iulio e Gabriele Pegoraro (quest’ultimo è a capo della società Bitcorp, che realizzava intercettazioni anche per la Procura milanese). (Il Fatto Quotidiano)

Gli occhi e le orecchie degli "spioni" informatici della società Equalize non potevano di certo tralasciare la conca d'Ampezzo, destinazione consueta di svariati personaggi della politica nazionale, dell'imprenditoria e della finanza, italiani e stranieri. (ilgazzettino.it)

Lo si legge nella maxi informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese. (Tiscali Notizie)

Prosegue l’inchiesta della procura di Milano sulla questione dossieraggi. Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)

Non solo i colossi dell’economia e della finanza: tra i clienti del gruppo di spionaggio di Milano, a quanto pare, c’era persino la Chiesa. (Il Fatto Quotidiano)