Ita-Lufthansa, a gennaio i tedeschi prendono il comando della compagnia italiana. Le tappe
ROMA – Due mesi per prendere il comando di Ita Airways che, tra sessanta giorni, sarà dunque a guida tedesca. Ora che il nostro ministero dell’Economia sottoscrive gli impegni in favore della concorrenza davanti alla Commissione europea, la strada verso la fusione è davvero in discesa. Nei prossimi giorni, i funzionari di Bruxelles leggeranno i contratti che Ita e Lufthansa hanno firmato con tre … (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
Pagheremo di più i biglietti?Il rischio esiste. A luglio 2024, il Gruppo Lufthansa annuncia una ristrutturazione per puntellare i suoi utili. Un me… (la Repubblica)
Lo scoglio principale, poi superato, era lo sconto richiesto dai tedeschi, una mossa che aveva irritato il Mef e bloccato la firma dei documenti che le parti erano già pronte a inviare a Bruxelles. Dopo un fine settimana di trattative serrate, la fumata bianca è arrivata poco prima della scadenza del termine per la consegna all’Ue del piano d’integrazione fra le due compagnie, fissata per la mezzanotte di ieri. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Queste misure puntano a evitare che la fusione tra la compagnia italiana e il colosso tedesco possa tradursi in una posizione di dominio sul mercato. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha finalmente raggiunto un’intesa con Ita Airways e Lufthansa sui cosiddetti "remedies" da presentare alla Commissione europea (QuiFinanza)
Il gioco delle parti questa volta porta il ministro Giorgetti – l’autore della svendita – a passare per il salvatore della patria. Una «patria» svilita proprio dalle sue decisioni mentre qualche giorno fa oltre 2 mila lavoratori ex Alitalia sono stati licenziati, concludendo la macelleria sociale della compagnia di bandiera che l’Italia non ha più. (il manifesto)
Alla mezzanotte di lunedì 11 novembre 2024 sarebbe scaduto l’accordo per l’acquisizione d’Ita da parte di Lufthansa e fino all'ultimo minuto l’operazione è rimasta in dubbio, a causa dello sconto chiesto dalla compagnia tedesca sulla cifra concordata per la transizione. (TrasportoEuropa)
La gestione complicata con i sindacati, i rapporti continui con gli «ortodossi» del management (i «signor No», come racconta più d’uno), la rivalità dei vettori mediorientali, i costi operativi eccessivi nei suoi hub principali, le crisi economiche globali, la pandemia. (Corriere della Sera)