I falchi sono tornati e minacciano la riforma dell’Ue

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la Repubblica INTERNO

L’“Ursulacentrismo” può essere anche sinonimo di stagnazione? Mentre si sta ancora completando il processo di approvazione della nuova Commissione europea, le scelte compiute da Ursula von der Leyen iniziano a porre molti interrogativi. Le sue mosse, infatti, stanno portando ad una struttura dell’esecutivo europeo priva di direttrice politica. Tutto ruota intorno al “sole” di Ursula, ci sono due piccoli satelliti — Spagna e Francia — e gli altri sono delle meteore impercettibili. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altre testate

A confrontarsi sono due logiche opposte, quella dei governi nazionali e quella del Parlamento europeo in rappresentanza dei cittadini dell’Unione europea (Ue). Tra poco inizierà la seconda fase, quella dell’approvazione, da parte del Parlamento europeo, dei singoli commissari e quindi del collegio dei commissari nel suo complesso. (Il Sole 24 ORE)

Condividi questo articolo La presidente della Commissione promette di muoversi rapidamente con riforme di vasta portata. Quanto è credibile il suo piano? Vediamo i punti principali. (la VOCE del TRENTINO)

Non è più lo stesso Parlamento, né la stessa Unione. Certo, non è la prima volta che l’una o l’altra delle due principali potenze europee si indebolisce, ma mai prima d’ora si erano indebolite così profondamente e mai nello stesso momento. (la Repubblica)

Ursula von der Leyen, la riconfermata presidente della Commissione europea ha svelato i nomi dei politici che ha scelto per comporre l’organo esecutivo dell’Unione Europea. I membri rappresentano tutti gli Stati dell’Unione, vengono scelti dai rispettivi Governi nazionali e da questi dovrebbero idealmente “staccarsi” per andare a perseguire sempre e soltanto il bene comune. (Heraldo)

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha affidato al nuovo commissario all’Energia, Dan Jørgensen, l’incarico di “creare un piano d’azione per l’elettrificazione” (Energia Oltre)

Sarà la spagnola socialista Teresa Ribera – diventata celebre a Bruxelles per la gestione della crisi energetica quando era Madrid a guidare le redini del Consiglio Ue – la vicepresidente esecutiva a capo di una transizione pulita, giusta e competitiva e responsabile della politica di concorrenza, cioè colei che guiderà l’intero Green Deal Ue. (Primaonline)