Cade un altro muro dopo Hezbollah e la Siria. Gli ostaggi a casa: una vittoria per Netanyahu
L'odierna trattativa, forse definitiva o forse ancora in fieri, per il rilascio degli ostaggi è significativa e importante come la subitanea caduta del regime di Assad, come il crollo di Hamas e degli Hezbollah; è un altro muro che cade nel fronte feroce e determinato alla distruzione dello Stato d'Israele. Mentre quel muro si sgretola, sullo sfondo l'Iran e la Russia siedono sempre più spaventati. (il Giornale)
Su altre testate
GERUSALEMME — Una giornata febbrile di voci e indiscrezioni, spesso contrastanti, dagli Stati Uniti a Israele, dall’Egitto al Regno Unito, per ribadire un messaggio: i negoziati per il rilascio degli ostaggi prigionieri a Gaza e il cessate il fuoco nella Striscia sarebbero a punto di svolta. (la Repubblica)
"Il raggiungimento di una tregua in Libano è un importante passo in avanti sul quale il governo italiano è stato costantemente impegnato. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre. (Sky Tg24 )
Non accadrà". Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato al Wall Street Journal che non firmerà un accordo per la liberazione degli ostaggi con Hamas che porrà fine alla guerra. (Civonline)
Lo riferisce Times of Israel citando la tv israeliana. Il confronto, che coinvolgerà il ministro della Difesa Israel Katz e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, arriva mentre il capo della Cia William Burns sarebbe arrivato in Qatar ieri sera per cercare di risolvere le questioni in sospeso. (Tiscali Notizie)
Servizio di Luciano Priscaglia Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
Nonostante l’ottimismo trapelato nelle scorse ore, quando si parlava di soluzione mai così vicina, non si è ancora trovata la quadra. Ci sono ancora distanze da colmare per raggiungere l’accordo su tregua e liberazione ostaggi da Gaza. (La Stampa)