Pechino raccoglie in Africa i frutti della sua seminagione

Negli ultimi tre giorni 50 Capi di Stato africani hanno sfilato sotto una sfilza di striscioni, tesi ogni 20 metri, lungo le principali arterie di Pechino. Su di essi compare il claim: "Insieme per un futuro migliore”. E non è un caso. Nella capitale cinese, ha aperto i suoi lavori il Focac: il Forum sulla cooperazione Cina-Africa. Dopo 24 anni di semina (la prima edizione si tenne nel 2000), il paese del Dragone riempie i suoi cesti di frutti. (Italia Oggi)

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L’appuntamento, che si tine una volta ogni tre anni, sarà un’opportunità di incontro ad alto livello tra i leader africani e il presidente cinese Xi Jinping, mentre Pechino continua a stringere alleanze e ad espandere la propria influenza sul continente, in malcelata competizione con i paesi occidentali. (ISPI)

Il presidente Xi Jinping ha ospitato 51 capi di Stato e di governo e due inviati presidenziali a rappresentare 53 Paesi su 54 del continente (Eswatini mantiene i rapporti con Taiwan) ai quali ha snocciolato promesse impegnative all'avvio dei lavori del Forum per la cooperazione Cina-Africa (Il Messaggero Veneto)

Bambini cinesi sventolano bandierine di Cina e Togo per accogliere a Pechino il presidente togolese Faure Gnassingbe - ANSA (Avvenire)

Pechino ospiterà per tre giorni 53 dei 54 stati africani, in quello che si prospetta essere uno degli incontri diplomatici più importanti dell’anno. Si è aperta oggi la 9º edizione del Forum di cooperazione sino-africana (FOCAC), il vertice diplomatico che si tiene ogni tre anni tra Cina e Africa. (Il Fatto Quotidiano)

Una dimostrazione ulteriore di volontà di Pechino di aumentare il suo grip sul continente africano, cruciale per le sue materie prime che sono necessarie allo sviluppo tecnologico. (Tiscali Notizie)

Xi avrà in mano un libretto degli assegni più piccolo e un'idea più chiara di ciò che la Cina vuole in cambio dei 120 miliardi di dollari che dall'Angola a Gibuti, per oltre un decennio, ha versato al continente africano come prestiti governativi attraverso la sua Belt and Road Initiative. (L'HuffPost)