«I ciclisti? Mi piacciono solo quando vengono investiti». Bufera sulle dichiarazioni di Vittorio Feltri

Le dichiarazioni rilasciate ieri dal direttore editoriale de Il Giornale Vittorio Feltri («I ciclisti? Mi piacciono solo quando vengono investiti») hanno generato una profonda indignazione nel mondo del ciclismo e di chiunque, ogni giorno, utilizzi la bicicletta per dare sfogo alla propria passione sportiva, piuttosto che come mezzo di trasporto. A tal proposito, non è mancata la presa di posizione dell’intero Comitato Trentino della Federciclismo presieduto da Giovannina Collanega, affiancata dai vice presidenti Antonio Benvenuti e Roberto Corradini e dai consiglieri Paolo Castelli e Walter Zanardi (Il T Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Parole talmente gravi che FIAB, insieme a Legambiente, AIFVS (Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada) e Lorenzo Guarnieri Onlus, ha annunciato la promozione di un’iniziativa giudiziaria nei confronti dell’anziano giornalista. (SicurMOTO.it)

Spero solo che il Comune, davanti a queste tragedie, si decida a togliere le piste ciclabili che hanno portato solo seri guai alla circolazione". Così Vittorio Feltri oggi a 'Spin Doctor', la trasmissione condotta da Luigi Crespi e Fabio Carosi sull'emittente radiofonica Giornale Radio. (Tiscali Notizie)

Vittorio Feltri non chiede scusa. Molti ma non tutti, evidentemente: dal suo partito, dal governo e dalla premier Giorgia Meloni solo silenzio. (Bikeitalia)

'I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti', l’Associazione Gabriele Borgogni querela Vittorio Feltri

Le parole di Vittorio Feltri sui ciclisti "sono un insulto a una città come Milano, che non bisogna tollerare, e lo voglio dire con chiarezza, perché dietro ci sono vite, persone, speranze, ideali, sogni di futuro". (l'Adige)

Al posto di sterili polemiche e dichiarazioni a volte fuori luogo preferisco porre l’accento sulle azioni concrete”. Una risposta, alla fine, Cordiano Dagnoni è stato costretto a darla. (Ciclismoweb.Net)

"Parole che sono macigni, e che con fatica riportiamo. E davanti alle quali non si può restare indifferenti", fa sapere l'Associazione in una nota, dove dichiara: "L'associazione Gabriele Borgogni si batte da anni per la sicurezza stradale, per la cultura della legalità, e non può tollerare che un giornalista, un politico, un uomo pubblico, si permetta di pronunciare parole che prima di tutto sono contro la vita, bene inviolabile e costituzionalmente riconosciuto. (055firenze)