L’Fmi rivede le stime di crescita. Italia allo 0,7% quest’anno, poi 0,9%. Guerre commerciali e debiti pubblici preoccupano

Il Fondo monetario internazionale aggiorna le stime di crescita globali, confermando per l’Italia una progressione dello 0,7% quest’anno (sotto l’1% indicato come obiettivo alla portata recentemente dal ministro Giorgetti) e rafforzandola di 0,2 punti al +0,9% per il prossimo anno. Uno scenario in livellamento, quello tracciato da Washington con uno sguardo planetario, ma con un paio di campanell… (la Repubblica)

Su altri giornali

All'1,5%. (Tiscali Notizie)

Il Fondo monetario +0,2% nel 2024 e +1,3% ne 2025, mentre per la Francia il Fmi ha (Tuttosport)

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha mantenuto stabili le sue previsioni di crescita per l'economia globale nell'anno in corso, del 3,2 per cento, con una lieve revisione al rialzo (dello 0,1 per cento) per l'anno prossimo. (Corriere della Sera)

Il Fondo monetario internazionale taglia leggermente le proiezioni del Pil americano nel 2024. Punti salienti del sondaggio sui gestori di fondi BofA

Le stime del governo sono più generose, in particolare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti resta convinto che un progresso dell’1% resti a portato di mano. Il Fondo monetario internazionale alza, seppur di misura, le stime sul Pil italiano per il prossimo anno (+0,9%) che però torna a crescere meno della media degli altri Paesi di eurolandia: +0,7% nel 2024. (Nicola Porro)

Tre mesi fa, gli economisti di Washington avevano stimato che l’economia italiana sarebbe avanzata dello 0,7 per cento sia quest’anno che nel 2025. A rivedere le stime sull’economia è stato il Fondo Monetario Internazionale in un “aggiornamento” del suo World Economic Outlook pubblicato ad aprile di quest’anno. (ilmessaggero.it)

Il Fondo monetario internazionale ha presentato oggi il suo aggiornamento trimestrale sull’economia mondiale. Il FMI ha segnalato che l'utilizzo del debito a breve termine da parte degli Stati Uniti è più economico ma anche più rischioso, "mentre la crescita dei salari con deboli incrementi di produttività potrebbe rendere difficile per le aziende moderare gli aumenti dei prezzi". (XTB)