Multa Ue da 462 milioni a Teva: 'Abuso su un farmaco per la sclerosi multiplo'
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La Commissione europea ha inflitto una multa da 462 milioni di euro alla casa farmaceutica Teva per aver abusato del sistema di brevetti per prolungare l'esclusività del suo farmaco Copaxone, usato per il trattamento della sclerosi multipla, ritardando l'ingresso sul mercato di un medicinale concorrente. L'abuso della posizione dominante di Teva rilevato dall'antitrust Ue si è verificato nei mercati del glatiramer acetato (il principio attivo contenuto nel Copaxone) in Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna (Alto Adige)
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L’abuso della posizione dominante ha ritardato l’ingresso di un medicinale concorrente e secondo l’Antistrust Ue ha provocato un danno all’azienda ‘bloccata’ nei mercati di Belgio, Italia, Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna e Polonia (Il Fatto Quotidiano)
Come spiega l’esecutivo Ue in un comunicato, Teva avrebbe «esteso artificialmente la protezione brevettuale di Copaxone» e «sistematicamente diffuso informazioni fuorvianti su un prodotto concorrente per ostacolarne l’ingresso e la diffusione sul mercato». (Il Sole 24 ORE)
L'abuso della posizione dominante di Teva rilevato dall'antitrust dell'Unione europea si è verificato nei mercati del glatiramer acetato (il principio attivo contenuto nel Copaxone) in Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna (Gazzetta di Parma)
Come spiega l’Esecutivo in un comunicato, Teva avrebbe “esteso artificialmente la protezione brevettuale di Copaxone” e “sistematicamente diffuso informazioni fuorvianti su un prodotto concorrente per ostacolarne l’ingresso e la diffusione sul mercato”. (AboutPharma)
L'abuso della posizione dominante di Teva rilevato dall'antitrust Ue si è verificato nei mercati del glatiramer acetato (il principio attivo contenuto nel Copaxone) in Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna (Alto Adige)
Come spiega l’esecutivo Ue in un comunicato, Teva avrebbe “esteso artificialmente la protezione brevettuale di Copaxone” e “sistematicamente diffuso informazioni fuorvianti su un prodotto concorrente per ostacolarne l'ingresso e la diffusione sul mercato”. (Adnkronos)