I dazi di Trump possono costare cari anche alle case auto europee
Con l'inizio della seconda presidenza di Donald Trump, i costruttori di auto con stabilimenti situati in Canada e Messico potrebbero ritrovarsi in difficoltà. Il futuro presidente, infatti, ha annunciato l'intenzione di varare nuovi dazi sulle importazioni dai due paesi che confinano con gli Stati Uniti. Ammonterebbero al 25% del valore di ogni bene nuovo che varchi le frontiere, e sarebbero imposti fin quando Canada e Messico non rafforzeranno i controlli contro la movimentazione di droghe, in primis il Fentanyl, e dei migranti illegali. (La Gazzetta dello Sport)
La notizia riportata su altre testate
E già si conoscono le prime misure che egli ha in testa: dazi sulle merci di Messico, Canada e Cina. Prosegue la composizione della squadra per la prossima amministrazione, il cui insediamento avverrà a partire dal 20 gennaio con il giuramento del tycoon. (InvestireOggi.it)
L'indice USDIDX del dollaro statunitense rimbalza da una zona di supporto chiave, sostenuto dalle minacce del futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di imporre dazi del 100% ai paesi membri dei BRICS. Oggi il dollaro statunitense guadagna lo 0,54%, raggiungendo i 106,3800 punti. (XTB)
Il declino di Biden è stato lento ma inarrestabile. Ha aperto almeno due guerre e se ne va senza uno straccio di soluzione. (Contropiano)
Euro in lieve flessione sul dollaro, nelle contrattazioni mattutine la valuta condivisa si attesta a 1,0487 sul biglietto verde. Roma, 3 dic. (Tiscali Notizie)
Nei giorni scorsi, il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di introdurre tariffe elevate su Cina, Canada e Messico, minacciando di destabilizzare le catene di fornitura dell’industria automobilistica e suscitando preoccupazioni tra gli investitori riguardo ai costi più elevati. (ClubAlfa.it)
A suo avviso, sarebbe necessario importare più prodotti americani per riequilibrare la bilancia commerciale tra le due parti dell’oceano. Giusta considerazione, però è difficile pensare che, nel momento di segnare con qualche ballon d’essai l’esordio della nuova presidenza americana, Donald Trump rinunci all’idea di limitare le importazioni utilizzando come una clava lo strumento dei dazi. (ilmessaggero.it)