Danilo Dolci, il Gandhi italiano, a cento anni dalla nascita

Approfondimenti:
Morti sul lavoro

Per contrastare la fame, la povertà e le sopraffazioni di classe che caratterizzavano la Sicilia del primo dopoguerra, Danilo Dolci mise sempre al primo posto il diritto di tutte e tutti a esprimersi, dire la loro ed essere riconosciuti per come si è. Per il sociologo arrivato a Trappeto da Trieste, infatti, la dignità nasce dall’ascolto. Le traversie di vite… (La Stampa)

Ne parlano anche altre fonti

Cento anni fa, il 28 Giugno del 1924, a Sesana (Slovenia) nasceva Danilo Dolci. Nel suo anniversario trascriviamo quanto segue da: “Danilo Dolci: una vita contro miseria, spreco e mafia” a cura di Pino Dicevi (Coppola Editore, 2013) (PRESSENZA – International News Agency)

La sua lunga ricerca giunge dopo analisi e denunce dei mali del suo tempo, a consegnare al futuro uno «strumento» capace di far dialogare culture diverse, a dare forza e potere alle nuove generazioni, autonomia di giudizio a ciascuno; uno «strumento» che educa alla convivenza pacifica, all’ascolto, alla comunicazione e alimenta negli studenti la curiosità epistemica favorendo l’apprendimento, perché la conoscenza aiuta ad essere liberi, oggi più che mai, dove ciascuno deve essere paralizzato nel suo essere vivente, per poter agire unicamente come schiavo dei consumi seduto davanti ad un computer. (il manifesto)

Che cosa resta di Danilo Dolci nell’epoca degli “aperitivi” culturali, della discussione intellettuale ridotta alla dimensione spettacolare dei festival o al virtuosismo specialistico dell’accademia o, peggio ancora, alle “pillole” dei talk show? Niente o, forse, al contrario, tutto. (La Fionda)

Rivoluzione Dolci

Pubblichiamo un ricordo di Daniele Novara di uno dei padri del pacifismo europeo, al centro questa sera della conferenza online "Danilo Dolci. Cent’anni del Gandhi italiano", in diretta sui canali social del CPP - Centro Psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti. (Avvenire)

“In questi ultimi tempi si direbbe che è stata organizzata una grave congiura per disonorare la Sicilia; e tre sono i fattori che maggiormente vi hanno contribuito: la mafia, il Gattopardo, Danilo Dolci”, così scriveva in una lettera pastorale nella primavera del 1964 il Cardinale Ernesto Ruffini, Arcivescovo di Palermo. (Balarm.it)

Danilo Dolci è stato uno dei principali attivisti nonviolenti, nonché una delle figure più importanti nell'Italia del Secondo Dopoguerra per il suo impegno politico, sociale ed educativo. Quando arriva in Sicilia, nel 1952, comincia la sua attività sociale avviando un processo di analisi, partecipazione e cambiamento che ha avuto eco in tutto il mondo. (RaiPlay Sound)