L'hacker romano arrestato spiava la Procura di Firenze: aveva la password di 21 magistrati su 25

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Corriere Fiorentino INTERNO

Praticamente ha spiato, potenzialmente, quasi l'intera procura di Firenze. Carmelo Miano, arrestato dalla Polizia Postale con l'accusa di aver violato i server del ministero della Giustizia e di altre importanti aziende italiane, nell'ambito di un'inchiesta diretta dal procuratore Nicola Gratteri (a capo della Procura di Napoli), ha infatti violato 21 password di altrettanti magistrati in forza a Firenze. (Corriere Fiorentino)

La notizia riportata su altre testate

Aveva l’accesso alle comunicazioni di tutti i dipendenti del ministero della giustizia - e non parliamo solo di magistrati - mentre era riuscito ad impossessarsi anche di un altro patrimonio di informazioni: aveva messo le mani sulle password di ben 46 pm italiani, tra cui i quelle del procuratore di Napoli Nicola Gratteri, del procuratore di Perugia, il magistrato partenopeo Raffaele Cantone; del procuratore di Firenze, Filippo Spiezia, mentre aveva il controllo - in chiaro - dell’accesso alla posta elettronica di decine di pm della Procura di Torino. (ilmattino.it)

Tra le informazioni acquisite dagli inquirenti, si è scoperto che Miano era in possesso di 46 password appartenenti a magistrati inquirenti di alto livello, tra cui quelle dei procuratori di Perugia e Firenze (Il Fatto Vesuviano)

Super hacker, spiate pure le mail di Gratteri

Secondo quanto rende noto il difensore di Miano, l’avvocato Gioacchino Genchi, in una memoria presentata oggi ai giudici del Riesame di Napoli, l’hacker ha eseguito delle ricerche di atti che lo riguardavano sulla webmail di Gratteri il quale però faceva scarso uso di quella mail “prediligendo in modo assai prudente altri canali di comunicazione più sicuri”. (Il Dispaccio)

Figura anche il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri nella lista dei magistrati presi di mira dall’hacker Carmelo Miano, l’ingegnere siciliano 23enne arrestato lo scorso primo ottobre a Roma nell’ambito di una indagine coordinata proprio dall’ufficio inquirente partenopeo. (ROMA on line)