Blog | Una piazza per l’Europa, la Generazione Erasmus sta costruendo l'Ue oltre la politica

«Siamo in tanti perché siamo un popolo: una parola che è stata sottratta alla democrazia e alla gentilezza»: così Michele Serra saluta “Una piazza per l’Europa”, la manifestazione lanciata dal giornalista per aprire a «una piazza che pone delle domande e cerca di dare risposta a un sentimento europeo». Tre bandiere a colorare piazza del Popolo a Roma: il blu europeo, l’arcobaleno della bandiera della pace e il giallo-blu dell’Ucraina. (Alley Oop)
La notizia riportata su altre testate
In piazza del popolo ha sfilato la sinistra chiamata a raccolta dal giornalista di Repubblica Michele Serra e dai vip radical-chic che inneggiavano all’Unione Europea e al sostegno all’Ucraina. Ma con i dovuti distinguo. (il Giornale)
Nel commentare l'evento, l'eurodeputato della Lega dice di disprezzare "quella spopolata piazza che promuove un'Europa che vuole ingoiare la nostra sovranità... La manifestazione, lanciata dalla firma di Repubblica, aveva al centro l'Europa unita. (Liberoquotidiano.it)
"È andata molto bene, è una cosa che mai mi sarei aspettato: se mi avessero detto 'andrai con Elon Musk su Marte' sarebbe stato un po' meno improbabile, un po' più verosimile". "È successo, cerco di ricostruire i vari passaggi e non capisco bene come sia accaduto, ma è accaduto. (la Repubblica)

Ha usato queste testuali e disgraziate parole: «la cultura è nostra», cioè degli europei, lasciando intendere che tutti gli altri americani, russi, orientali, africani siano non si sa bene cosa, bifolchi probabilmente, creature da guardare dall'alto in basso, barbari rimasti tali, mediocri e ignoranti: perché, appunto, «la cultura è nostra». (il Giornale)
Riferendosi all'invasione su larga scala della Russia in Ucraina, il sindaco di Milano si è detto convinto "che questa sia una guerra che, che ci piaccia o meno, vada combattuta per il bene dell’Europa. (MilanoToday.it)
"Facciamo parte della piazza, vogliamo portare il nostro messaggio contro il riarmo". Invece le studentesse e gli studenti della sinistra universitaria hanno voluto esserci, precisando che non si trattava di una contestazione. (la Repubblica)