Inflazione testarda? Non ferma ora la Fed, ma rallenta i tagli dei tassi nel 2025
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L’inflazione americana rimane testarda: i prezzi al consumo sono aumentati del 2,7% nell’ultimo anno a novembre, più del 2,6% misurato il mese precedente. I prezzi core, depurati dalle volatili componenti energetica e alimentare, sono saliti del 3,3 per cento. Entrambi i dati sono stati in linea con le attese, anche se l’incremento mensile dell’indice generale, pari allo 0,3%, è stato il più significativo da aprile. (Il Sole 24 ORE)
Su altri media
L’inflazione statunitense accelera al 2,7% novembre e l’indice Cpi core resta stabile al 3,3%, ben lontano dal target del 2% della Fed. I dati, in linea con le attese, non cambiano sensibilmente lo scenario in vista della riunione di politica monetaria della prossima settimana. (Finanzaonline)
Le borse statunitensi aprono la seduta di mercoledì 11 dicembre in rialzo. Il Dow Jones parte guadagnando lo 0,2%, l’S&P 500 lo 0,5%, e il Nasdaq lo 0,8%. Stabile al 4,2% il rendimento del Treasury decennale. (Milano Finanza)
Il dato sull’inflazione non stupisce. Tutto perfettamente secondo previsioni, con i mercati crypto che però hanno avuto una reazione positiva almeno in prima battuta. CPI classica a +2,7%, in leggero rialzo rispetto ai dati del mese scorso, Core invece ferma a +3,3%. (Criptovaluta.it)
I due driver della giornata di mercoledì sono il summit a porte chiuse in Cina del Partito Comunista sulla pianificazione economica e i dati dell’inflazione Usa di novembre (Cpi) in attesa nel pomeriggio, osservati speciali dei mercati in vista del meeting della Fed (Milano Finanza)
Lo spread tra Btp e Bund conclude la giornata in calo a 106 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,18%. A spingere i mercati azionari, dopo l'inflazione Usa in linea con le attese, c'è l'idea di un ulteriore taglio dei tassi da parte delle banche centrali. (Tiscali Notizie)
Albertsons Macy's (LA STAMPA Finanza)