Il fragile accordo dell’OPEC Plus dietro al boom del petrolio sopra i 40 dollari

In realtà, anche Mosca risulta avere estratto 100.000 barili al giorno in più.

Perché la crisi del petrolio impatta negativamente su bond e azioni. [email protected]

Per la prima volta da inizio marzo, le quotazioni del petrolio si sono riportate sopra i 40 dollari al barile, con il Brent stamattina in area 43 e il WTI americano a 40.

Da fine marzo, la produzione negli USA è scesa di 1,6 milioni di barili al giorno, attestandosi a 11,4 milioni. (InvestireOggi.it)

Ne parlano anche altri giornali

ROMA - Le compagnie petrolifere tornano a immettere greggio nel mercato, nonostante il mercato si stia ancora faticosamente riprendendo dallo stop forzato dovuto al crollo della domanda globale per via della pandemia da Covid-19. (la Repubblica)

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Il cambio di strategia. Resta l’incognita Libia. Infatti il piano di aprile prevedeva tagli per maggio e giugno che poi sarebbero stati man mano ridotti. (Investire.biz)

Fa eccezione solo la Libia, che sta riavviando ora la produzione dopo il conflitto interno, e temporaneamente il Messico. A dare linfa all'oro nero contribuisce la decisione delldi prolungare ied estenderne la portata rispetto a quanto deciso in primavera. (Teleborsa)

La prossima riunione dell’Opec è prevista per il 30 novembre e l’incontro con i non membri è previsto per l’1 dicembre. “Data la volatilità dei mercati petroliferi, la rinnovata attenzione al rispetto delle decisioni prese e la domanda in costante cambiamento, non ci sorprenderebbe se nei prossimi mesi venissero annunciati altri incontri straordinari”, avvertono da WisdomTree. (Finanzaonline.com)

Il barile di Brent del Mare del Nord supera 43 dollari (+2%) e il Wti si attesta a 40,16 dollari al barile (+1,59%). Guidato da Arabia Saudita e Russia, il cartello ha concordato ad aprile di ridurre la produzione di 9,7 milioni di barili al giorno. (Italia Oggi)