Non serve l’appoggio di Meloni: il governo di von der Leyen è già il più a destra della storia Ue
Ho appena scritto un libro per documentare la crescente convergenza tra forze liberali e forze reazionarie occidentali, nel nome delle politiche liberiste e di quelle di guerra alla Russia oggi, e alla Cina domani. Ho chiamato tutto questo Liberalfascismo, ma non pensavo che così rapidamente esso sarebbe diventato il governo della Unione Europea. La nuova Commissione Ue, presieduta da Ursula von der Leyen è la più a destra della storia della comunità europea, la prima nella quale entra in ruolo apicale l’esponente di una forza erede del neofascismo, il partito di Giorgia Meloni che oggi giustamente festeggia. (Il Fatto Quotidiano)
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E così, mentre le agenzie si affollavano con i commenti entusiasti di Forza Italia e Fratelli d’Italia («Il detonatore degli equilibri è stata Giorgia Meloni», copyright Nicola Procaccini) la Lega sparava sui social il suo meme: «Voto compatto della Lega: no a von der Leyen». (Corriere della Sera)
ROMA – All’indomani della fiducia alla debolissima nuova Commissione europea, accolta con il minimo dei voti della storia, il Pd, diviso tra senso di responsabilità e voglia di opposizione a Strasburgo, riparte dalle parole della segretaria Elly Schlein: “Non sentiamo questa Commissione come nostra, è giusto che parta ma non faremo dare per scontati i nostri voti”. (la Repubblica)
Commissione Europea Ursula von der Leyen bis EPA/RONALD WITTEK La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, tira un sospiro di sollievo, può dormire sonni tranquilli e concentrarsi sulle vacanze di Natale ormai alle porte. (Città Nuova)
Di vitale importanza il ruolo di Ecr, di cui fa parte Fratelli d'Italia che ha visto così affidare la vicepresidenza all'esponente dei conservatori Raffaele Fitto. "Per noi è un momento storico", sono state le prime parole del copresidente dei Conservatori europei Nicola Procaccini. (Liberoquotidiano.it)
“Oggi mi pare che la delegazione Pd abbia avuto un comportamento univoco, sostegno all’Ucraina, ma no all’escalation. Ma anche qui si manifesta l’esigenza di un salto di qualità”, spiega ancora Orlando. (Il Fatto Quotidiano)
Per essere confermato, il Collegio dei Commissari aveva bisogno della maggioranza dei voti espressi, come disposto dall'articolo 129, paragrafo 7, del Regolamento del Parlamento Europeo. (Agronotizie)