Israele, prima i messaggi e poi attacco a Iran: news e scenari, cosa succede ora
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Un attacco di circa 5 ore, con oltre 100 aerei, per colpire obiettivi militari. Israele nelle prime ore del 26 ottobre compie la rappreseglia per rispondere all'attacco missilistico sferrato dall'Iran lo scorso 1 ottobre. "Missione compiuta", annunciano le forze di sicurezza israeliane (Idf) alla fine dell'operazione. "Danni limitati", replica Teheran dopo una nottata cruciale. Ecco cosa è successo. (Adnkronos)
La notizia riportata su altri media
Un’immagine condivisa dall’ufficio di Netanyahu lo mostra seduto accanto al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e ad altri ufficiali. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu era in un bunker nella base militare di Kirya a Tel Aviv durante l’attacco in Iran (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Il primo vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref ha dichiarato che "il potere dell'Iran umilierà i nemici della madrepatria", in un messaggio sul suo account X in risposta agli attacchi israeliani alle basi militari in alcune città iraniane. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La capitale iraniana ha attivato il sistema di difesa aerea mentre Israele affermava di aver iniziato i suoi attacchi di ritorsione contro l'Iran per l'attacco subito a inizio ottobre. Il filmato mostra luci e boati che potrebbero essere intercettazioni della difesa aerea e si possono sentire colpi di arma da fuoco antiaerei. (La Stampa)
Era previsto, annunciato e scontato. Non è una escalation e non obbliga l’Iran a una contro-escalation. (La Stampa)
Nella notte l'Idf ha colpito 20 obiettivi militari tra basi, sistemi di difesa aerea, impianti di produzione missilistica e lanciatori di missili terra-terra. Gli Stati Uniti invitano Teheran a non reagire: «La risposta di Israele è stata un esercizio di autodifesa. (La Verità)
Oltre 100 jet, tra cui F-35 di ultima generazione, e più di 200 missili balistici. L'Idf afferma di aver colpito siti militari in diverse zone del Paese, tra cui batterie di difesa aerea e stabilimenti di produzione di missili utilizzati per produrre armi, aggiungendo che gli attacchi avrebbero garantito alle Idf «una più ampia libertà di azione aerea in futuro». (ilmessaggero.it)