Camorra, il boss alla figlia di 10 anni: «Ora ti porto a fare un'estorsione». Come il clan Amato-Pagano recluta i giovani attraverso i social

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Lotta alle mafie F1 2024

Una vera e propria campagna per reclutare giovanissimi. E no, non stiamo parlando delle milizie dello zar Putin. Ci troviamo nel Napoletano. Qui il clan Amato-Pagano ha iniziato una vera e propria campagna di sponsorizzazione per attarre i più giovani. Come? Attraverso i social. Gioielli, banconote, Audemars Piguet e orologi Rolex. Senza dimenticare Ferrari e Lamborghini, gite in barca e l'ostentazione di una vita lussuosa con tanto di champagne. (leggo.it)

Ne parlano anche altre fonti

In origine era Facebook. È così che su Tik Tok il clan Amato-Pagano, quello protagonista - ormai venti anni fa - della sanguinaria e sanguinosa guerra di camorra scoppiata con il clan Di Lauro per il contr… (La Stampa)

Napoli. Puntava sui giovani, il clan Amato-Pagano, a cui insegnava come fare le estorsioni (un “addestramento alla durezza”) dopo averli irretiti utilizzando sapientemente i loro social preferiti, Tik-Tok e Instagram, sui quali venivano veicolati messaggi ed immagini di potere e ricchezza. (Metropolisweb)

«Il clan Amato-Pagano addestrava minori per le estorsioni e garantiva allae donne un ruolo apicale, come quello della reggente, Rosaria Pagano, detenuta al 41bis». (napoli.corriere.it)

Le accuse a lady camorra: «Lei è quella più terribile»

“In italia la prima mafia a utilizzare i social e’ stata la camorra. Nel mondo, i messicani, ma in Italia la camorra. E Tik tok viene usato dalle mafie perche’ le mafie si rivolgono ai giovani”. A spiegarlo, il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, spiegando che il gruppo Amato-Pagano, destinatario di una misura cautelare che riguarda 53 tra affiliati e vertici, esibiva la sua potenza sul social cinese. (Metropolisweb)

Sono indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi (LAPRESSE)

Alla prima, in particolare, gli inquirenti della Dda contestano il ruolo di capo e promotore dell’associazione: un’accusa pesante come un macigno, supportata dalle dichiarazioni di una sfilza di collaboratori di giustizia. (ROMA on line)