The Veilguard è "scritto da dilettanti e gli sceneggiatori è meglio che non facciano quel lavoro"

No, se ve lo state chiedendo non lo abbiamo scritto noi (anche se dobbiamo ancora terminare la recensione del gioco) ma Thomas Mahler, autore di giochi come Ori e No Rest for the Wicked che ha duramente criticato su X gli sceneggiatori di Dragon Age: The Veilguard (gioco acquistabile su Amazon), definendoli dilettanti e invitandoli a cambiare mestiere. Mahler ha attaccato la qualità del loro lavoro, descrivendolo come sterilizzato e disumanizzato. (Tom's Hardware Italia)

Se ne è parlato anche su altre testate

"Sappiamo quanto sia importante per i giocatori che vogliono scegliere queste opzioni sentirsi parte del gioco e che l'esperienza celebri e rifletta la gioia che provano nella loro autenticità", ha spiegato in particolare la director Corinne Busche. (Multiplayer.it)

Al suo fianco, un cast di sette compagni definiti “unici”, pronti a muoversi in “ambienti vivaci e variegati” e a diventare sempre più potenti attraverso una “profonda progressione Gdr”. Dopo dieci anni, un nuovo Dragon Age è arrivato sugli scaffali. (il Giornale)

Secondo quanto riportato dal sito tedesco Computer Base, sembra che il DRM di Dragon Age: The Veilguard consideri il cambio di monitor come un'attivazione: un'eventualità che dovrebbe verificarsi solo eseguendo il gioco su di un altro PC oppure a fronte di una modifica hardware importante come la sostituzione della scheda madre. (Multiplayer.it)

Dragon Age: The Veilguard – Il tema inclusività e il ruolo della critica

Scopriamo quali siano i migliori compagni in Dragon Age: The Veilguard, e di conseguenza la migliore composizione del party. (eSports & Gaming)

Come noto il nuovo Dragon Age segna il ritorno di BioWare a Thedas dopo un decennio, ma l’avvio è stato fin qui particolarmente travagliato. Nonostante un elevato numero di recensioni positive ed un buon numero di giocatori attivi, The Veilguard sta attirando su di se numerose, e ferocissime, critiche. (Powned.it)

Ci si interroga, infatti, sull’efficacia e sull’autenticità delle scelte narrative fatte dagli sviluppatori, soprattutto quando inclusività e rappresentazione rischiano di apparire come inserimenti forzati o, peggio, superficiali. (Cyberludus.com)