Tim Burton, il regista che trasforma la follia in arte

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Tim Burton, celebre regista noto per il suo universo cinematografico affascinante e oscuro, ha recentemente rilasciato un'intervista in cui ha rivelato aspetti inediti della sua personalità e del suo processo creativo. Burton, che ha alle spalle una carriera di 40 anni, ha dichiarato che se non fosse diventato un regista, sarebbe probabilmente diventato un serial killer. Questa affermazione, per quanto scioccante, riflette la complessità e l'ambiguità che caratterizzano le sue opere.

Il regista ha sempre avuto paura della normalità, trovando pace nei cimiteri e temendo i suoi genitori. Questa paura si riflette nei suoi film, popolati da scheletri dalla faccia tonda, spose cadavere, bambole assassine, barbieri con la lama affilata, animali deformi e alieni inquietanti. La sua mente, descritta come un labirinto di stanze collegate, è un luogo dove le immagini si intrecciano e si mescolano in una sequenza imprevedibile.

Alla Fabbrica del Vapore di Milano, fino al 9 marzo, è possibile esplorare questo labirinto mentale attraverso l'esperienza immersiva "Tim Burton’s Labyrinth". Questa mostra conduce i visitatori in un viaggio attraverso il mondo creativo e surreale di Burton, offrendo un'opportunità unica di entrare nella mente del regista e di vedere il panorama che lui stesso descrive come un insieme di immagini intrecciate e mescolate dal caso.

Francesco Bonami, critico d'arte, ha paragonato Burton ai fratelli Grimm, definendolo un creatore di fiabe folli a cui crediamo divertendoci.