Lavoratori autonomi a rischio a causa dell'AI
Articolo Precedente
Articolo Successivo
La diffusione dell’intelligenza artificiale (AI) sta mettendo a rischio il 20% dei lavori autonomi, secondo una ricerca condotta dalla Harvard Business School, dal German Institute for Economic Research e dall’Imperial College London Business School. I settori più colpiti includono attività legate alla scrittura, allo sviluppo di software, applicazioni e siti web, nonché ambiti ingegneristici. Tuttavia, l’AI offre anche vantaggi significativi in termini di velocità, produttività e qualità, rendendo fondamentale evitare la minaccia della disoccupazione tecnologica.
Un recente report di Hostinger rivela come l’AI stia trasformando il modo in cui le PMI italiane affrontano i processi creativi. Secondo i dati Istat del 2023, il 55,1% delle PMI italiane ha considerato l’adozione dell’AI, ma l’implementazione è rallentata dalla carenza di competenze tecniche. Sempre più imprenditori italiani vedono nell’AI un prezioso alleato per accrescere l’efficienza, innovare e differenziarsi, soprattutto in un mercato in continua evoluzione.
La classifica dei mestieri più impattati dall’intelligenza artificiale generativa, stilata dal centro di ricerca Crisp dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, vede al primo posto i fisici e al quarto gli ingegneri aerospaziali, mentre poeti e scrittori si trovano al 265esimo posto. Fabio Mercorio, uno dei ricercatori del centro, sottolinea che l’effetto delle nuove tecnologie su alcuni lavori può essere positivo: solo chi non saprà adattarsi verrà sostituito, non da una macchina, ma da un collega umano che saprà utilizzare meglio queste tecnologie.
Inoltre, il Rotary club di Crotone ha organizzato un convegno intitolato “Intelligenza artificiale: passato, presente e futuro - Come l’intelligenza artificiale muterà inevitabilmente la società”, che si terrà il 19 novembre presso la sede del club in piazza Castello.