C'è anche il video di "Italia. Open to meraviglia". Ed è un altro disastro

In questi giorni si è molto parlato della campagna Italia, Open to meraviglia lanciata da Enit per promuovere il turismo nel nostro Paese. La scelta molto discussa è stata quella di affidare la comunicazione ad una Venere di Botticelli virtual influencer: in molti hanno ritenuto fosse un azzardo e un’offesa alla storia di un simile capolavoro, una trovata kitsch di pessimo gusto e di basso spessore culturale. (Artribune)

Ne parlano anche altre testate

“Questa foto di me a 15 anni mentre cerco di assomigliare a Christina Aguilera, mi fa morire dal ridere”, commenta l’influencer sotto la didascalia del post scattato durante una vacanza ai Caraibi. Nelle ultime storie, infatti, racconta della sua vita da teenager e di quella vacanza ai Caraibi:. (DireDonna)

avreste anche risparmiato qualcosina», scrive rivolto al Ministero del Turismo (Corriere della Sera)

Da giorni, la Rete e i social sono occupati da critiche e da polemiche generate da «Open to meraviglia» (uno slogan infelice nel suo accostare una parola italiana e una inglese, degno del «Very Bello» di qualche anno fa). (Corriere della Sera)

E capace di sorprendere. Più giovane, per modalità di narrazione, con tanto di influencer virtuale, seppure storica: la Venere di Sandro Botticelli, ripensata in chiave pop. (ilmessaggero.it)

Hanno provveduto a farlo alle 20.15 del 21 aprile scorso i tre titolari di Marketing Toys. Scelta dal Ministero del Turismo (quello retto da Daniela Santanché) per promuovere il nostro Paese, ideata dal Gruppo Armando Testa, la campagna «Italia: Open to meraviglia» è costata 9 milioni di euro, peccato che nessuno si è ricordato di registrare il dominio del sito. (Il Manifesto)

Un riassunto veloce per chi si fosse distratto: non ne è stato registrato il dominio, una parte del video è in realtà girato in una cantina in Slovenia (il proprietario ringrazia per tutta la pubblicità gratis), la traduzione in tedesco era a dir poco approssimata (erano stati tradotti i nomi di alcune città italiane). (Corriere)