Assistenza sanitaria ai senzatetto, la nuova legge che riguarda 100mila persone
La proposta era stata presentata dal deputato Marco Furfaro del PD e aveva appunto l’obiettivo di estendere questi meccanismi di registrazione anagrafica, che per quanto diffusi sono normati solo da una circolare Istat, la 29 del 1992, ormai da ritenersi superata. Quella circolare stabiliva appunto che ogni ufficio anagrafe dovesse registrare la persona senzatetto o senza dimora nel registro della popolazione residente, «istituendo – in caso di assenza di domicilio o residenza – una via fittizia che non esiste dal punto di vista territoriale/toponomastico ma ha equivalente valore giuridico e nelle quale la persona elegge il proprio recapito» come si legge su Fiopsd (Vanity Fair Italia)
Su altre fonti
– Le persone senza fissa dimora in Italia potranno avere accesso all’assistenza sanitaria: lo sancisce l’approvazione di oggi, da parte del Senato del disegno di legge che prevede che nelle città metropolitane, anche le persone che non hanno una residenza anagrafica potranno ora iscriversi nelle liste degli assistiti delle Asl, scegliersi un medico di medicina generale, avere accesso alle prestazioni assicurate dai Lea. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Una conquista sociale arrivata solo oggi, ma necessaria da anni, che nasce dalla proposta del deputato Marco Furfaro (PD). Il Senato ha finalmente approvato una legge che mette fine a un’assurdità: d’ora in poi, anche le persone senza dimora potranno avere un medico di base. (Torino Cronaca)
Il provvedimento, già approvato alla Camera, è ora definitivo. Il provvedimento è volto a colmare “un vuoto di tutela”, ritenuto in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i princìpi ispiratori della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, in base ai quali l’assistenza sanitaria andrebbe garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano “nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali”. (Il Fatto Quotidiano)
Approvata all'unanimità dal Senato mercoledì 6 novembre, era stata inizialmente proposta dal deputato del PD Marco Furfaro per colmare un vuoto normativo. Questo vuoto prevedeva che, per accedere all'assistenza del servizio sanitario nazionale, una persona dovesse per forza indicare il suo indirizzo di residenza, anche se non lo possedeva (Sky Tg24 )
O anche gli homeless, per dirlo con un termine inglese che fa correre la mente al bestseller di John Grisham. Arriva in Italia il «medico di strada», grazie a una legge appena approvata all'unanimità dai due rami del Parlamento. (Corriere Roma)
Adesso è ufficiale. A partire dal 2025, quindi tra meno di due mesi, in 14 città metropolitane in cui è più alta la presenza di persone senza fissa dimora partirà una sperimentazione biennale volta a garantire progressivamente il diritto all’assistenza sanitaria anche a chi non ha una residenza anagrafica. (LifeGate)