Lavoro, 834mila lavoratori domestici in Italia
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Secondo i dati INPS, i lavoratori domestici contribuenti all’INPS alla fine del 2023 sono 834 mila, in lieve calo rispetto all’anno precedente. Lo stesso Osservatorio INPS individua come causa principale di questo trend il riassestamento del settore dopo l’aumento registrato durante la pandemia: "i lavoratori domestici contribuenti all’INPS sono stati 833.874, in flessione per il secondo anno consecutivo (-7,6% rispetto al 2022) dopo i consistenti incrementi del biennio 2020-2021 dovuti ad una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari (decreto-legge 19 maggio 2020, n. (Teleborsa)
Se ne è parlato anche su altri media
Le sanzioni per il lavoro dipendente in nero sono a carico del datore e non del lavoratore. Infatti, mentre per il datore sono previste pesanti sanzioni amministrative (pagamento fino a un massimo di 43.200 euro), il lavoratore non è soggetto ad alcuna multa salvo che, nel frattempo, non abbia beneficiato di misure sociali ed economiche previste per inoccupati e disoccupati (Naspi, ecc. (La Legge per Tutti)
È un dato che può stupire, essendo la prima provincia veneta (e al 13° posto nazionale) per indice di vecchiaia, con 264 anziani ogni 100 giovani. (ilgazzettino.it)
– La domanda di assistenza familiare in Italia è in costante crescita, un fenomeno inevitabile considerato l’invecchiamento della popolazione. Questo squilibrio è stato già segnalato da diverse organizzazioni del settore, e ora anche Assindatcolf, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, si unisce al coro di chi chiede una revisione urgente del Decreto Flussi. (Stranieri in Italia)
C’è un esercito silenzioso che ogni giorno si prende cura delle nostre case, dei nostri figli, dei nostri anziani. Sono le badanti, le colf, le baby sitter che permettono a milioni di famiglie italiane di andare avanti. (LA NOTIZIA)
Mancanza di tempo, supporto ai bambini e anziani, esigenza di svolgere urgenti faccende domestiche sono solo alcune delle ragioni che spingono ad assumere una badante, una colf o una baby sitter. I numeri indicati dall'istituto di previdenza dimostrano quanto oggi la categoria professionale sia ampia e popolata: infatti i lavoratori domestici contribuenti all'Inps alla fine dello scorso anno erano pari a circa 834mila (pur con un lieve calo rispetto all’anno anteriore). (QuiFinanza)
COSENZA – Il settore del lavoro domestico è storicamente caratterizzato da una forte presenza immigrata. Nel 2023 i lavoratori domestici stranieri rappresentano il 68,9% del totale, e la percentuale sale al 72,7% se consideriamo solo i contratti di badante. (Quotidiano online)