Marco Gattuso, chi è il giudice di Bologna del "no" al decreto sui Paesi sicuri: gay, pro Lgbt e relatore per eventi del Pd
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Marco Gattuso è il giudice di Bologna che ha detto "no" al decreto sui Paesi sicuri del governo, rinviandolo alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Una decisione che viene addirittura definita "moderata", dai suoi colleghi, in quanto il suo collegio avrebbe anche potuto disapplicare la norma e negare il rimpatrio del richiedente asilo. Scopriamo meglio chi è. Marco Gattuso, chi è il giudice di Bologna del "no" al decreto sui Paesi sicuri Marco Gattuso, 60 anni, è il giudice di Bologna che ha rinviato alla Cgue il decreto sui paesi sicuri. (Il Giornale d'Italia)
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ROMA (ITALPRESS) – “Mi sembra evidente che ci sia una minoranza di giudici che fa il male dell’Italia e degli italiani, che smonta di notte quello che noi cerchiamo di costruire di giorno nel nome della sicurezza, addirittura arrivando a evocare Hitler, la Germania nazista e il fascismo: cose surreali. (SardiniaPost)
Marco Gattuso, 60 anni, è il giudice di Bologna che ha rinviato il decreto paesi sicuri alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il rinvio pregiudiziale servirà a stabilire la conformità del provvedimento del governo Meloni alla legislazione e alle sentenze dell’Ue. (Open)
Nihil novi sub sole, a dire il vero: d'altro canto, l'Europa figura ad oggi come una semplice base militare statunitense, priva di sovranità militare oltre che politica ed economica. Sul "Fatto Quotidiano", esce in questi giorni un documentato articolo in cui si mostra come l'Europa sia del tutto impreparata in caso di guerra. (Il Giornale d'Italia)
Giorgia Meloni torna in tv, a tutto campo su tutti i principali temi d’attualità: dai migranti e dai centri di Albania, riguardo ai quali definisce «da volantino propagandistico» le argomentazoni del Tribunale di Bologna, che ha rinviato il decreto-legge sui “Paesi sicuri” alla Corte di Giustizia europea per chiedere quali siano i parametri per difinirli, ai dossieraggi rieptuti che sono «uno schifo che deve finire». (Avvenire)
"Le argomentazioni con cui il Tribunale di Bologna chiede alla Corte di giustizia europea l'autorizzazione a disapplicare l'ennesima legge italiana da molti è stata vista come un'argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale. (Today.it)
"Le argomentazioni con le quali il tribunale di Bologna chiede di disapplicare l’ennesima legge italiana è stato visto da molti più come un volantino propagandistico che un atto di tribunale. Così la premier Giorgia Meloni replica alla scelta del tribunale felsineo, presieduto dal giudice Pasquale Liccardo, di rinviare alla Corte di Giustizia europea il caso di un cittadino bengalese che aveva chiesto protezione internazionale, domandando se dovesse procedere alla disapplicazione del decreto legge ’Paesi sicuri’ voluto dalla presidente perché confliggente con la normativa comunitaria. (il Resto del Carlino)