Via Cimatti liberata dall’acqua: in fondo alla strada una nuova barriera

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Liberata dall’acqua la zona di via Cimatti, nel borgo di Faenza, colpita dalla terza alluvione nei giorni scorsi. Al lavoro volontari di diverse associazioni, provenienti anche da fuori regioni, e molti faentini che sono tornati ad aiutare i residenti a liberare nuovamente le case, i garage e le varie realtà del borgo da acqua, fango e oggetti distrutti. Nel frattempo, dopo aver eretto inutilmente una barriera di terra e cemento sotto il ponte della circonvallazione, è stata eretta una nuova barriera al termine di via Cimatti, sulla curva che porta al cimitero di guerra, al confine con il campo di filari. (Ravennawebtv.it)

La notizia riportata su altri giornali

Circolo Legambiente Lamone Faenza dichiara: “La manifestazione spontanea – non autorizzata, ma estremamente composta – che gli alluvionati faentini hanno messo in atto domenica pomeriggio (nonostante una tentata provocazione da parte di Forza Nuova, subito respinta dai Comitati) ha molto ben espresso lo stato d’animo di chi, per la terza volta in 16 mesi, è andato sott’acqua e il sostegno dell’intera città. (ravennanotizie.it)

A pochi giorni dall’ ondata di maltempo che ha interessato l’Emilia Romagna, colpendo gravemente il territorio faentino e della Bassa Romagna, la macchina della solidarietà si è subito messa in moto. (ravennanotizie.it)

Sono i giorni della pulizia a Faenza e in collina. Anche ieri volontari e personale di varie associazioni si sono dedicati a liberare da fango e detriti strade, case e scantinati nella zona di via Cimatti e aree limitrofe. (Corriere Romagna)

Faenza è anche la città del MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza, la storica manifestazione di musica indipendente che si terra’ dal 4 al 6 ottobre. (ravennanotizie.it)

"L’alluvione ha evidenziato, a Faenza, due criticità enormi: la mancata risposta al problema della sicurezza del territorio e la mancata attuazione di interventi efficaci sulla rete fognaria". In merito alla prima "rileviamo che i principali interventi strutturali, che avrebbero dovuto essere di massima urgenza ed inderogabili e perciò da attuarsi con priorità rispetto alla consolidata programmazione (e burocrazia) regionale, sono rimasti sulla carta: il “piano speciale” e soprattutto la realizzazione di quegli interventi che ieri abbiamo visto, unici, avrebbero salvato Faenza e la provincia dal disastro (ovvero i bacini di laminazione, le casse di espansione, le zone ad allagamento controllato, e la realizzazione di strutture di contenimento del Marzeno) sono rimasti lettera morta, sono solo sulla carta e secondari alla approvazione di un ben più importante “piano di riassetto idrogeologico” e/o “piano di bacino” che forse vedrà la luce nel 2025, più probabile nel 2026". (il Resto del Carlino)

Così è nata la terza alluvione dell’area borgo di Faenza. Il torrente Marzeno troppo carico d’acqua ha esondato all’altezza della confluenza con il fiume Lamone. (Ravennawebtv.it)