Parte zoppa l’Europa sull’Ai: non valuta il rischio-disoccupazione
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La notizia riportata su altri giornali
In assenza di regole condivise il rischio è continuare a costruire un mercato multimiliardario e con un impatto enorme sulle vite umane, su società e democrazie su fondamenta non abbastanza solide (Milano Finanza)
In uno dei due giorni si svolgerà il voto finale del Consiglio europeo sull'AI Act, il pacchetto comunitario di norme sull'intelligenza artificiale. Entro metà febbraio è previsto anche il passaggio del regolamento alla Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo, prima della votazione definitiva dell'assemblea che andrà in calendario a marzo o, più verosimilmente per ragioni di traduzione dei testi, ad aprile. (WIRED Italia)
“Non esiste nessuna deroga per chi produce intelligenza artificiale rispetto alle regole del gioco, a cominciare da quelle in materia di privacy, trasparenza e concorrenza”, scrive la FTC. (L'HuffPost)
L’arrivo degli standard è uno degli elementi indispensabili per permettere alle persone di tutto il mondo di lavorare con qualcosa nella maniera giusta; a inizio 2024 si concretizza la “norma delle norme” dedicata al mondo delle intelligenze artificiali. (Player.it)
La Commissione Ue, tramite l’Ai Act che sarà operativo non prima del 2026, mira a creare un’Intelligenza Artificiale (AI) affidabile con le persone al primo posto. La Ue ha ben chiaro che i sistemi di AI potrebbero essere utilizzati per limitare la libertà di espressione o di riunione, o per interferire con le elezioni con rischi reali per la democrazia e lo Stato di diritto. (Il Fatto Quotidiano)
In un'intervista al Financial Times, la vice presidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, responsabile per la concorrenza e il digitale, ha difeso la legge europea sull'intelligenza artificiale, sostenendo da un lato, che "non danneggerà l'innovazione e la ricerca, ma anzi le potenzierà" e dall'altro, che "crea prevedibilità e certezza giuridica nel mercato". (ilmessaggero.it)