Il governo non convince Cgil e Uil. “Manovra pessima, lo sciopero resta”

ROMA — Sciopero generale confermato. Cgil e Uil escono da sei ore di confronto con la premier Meloni, sette ministri e altre dieci sigle sindacali. Ma non cambiano idea: «Nessun passo avanti», chiosa Maurizio Landini. «La manovra è pessima, non dà futuro al Paese. E gli spazi di modifica sono marginali». Così Pierpaolo Bombardieri. I regali portati dai due leader a Meloni – il libro di Camus, “L’… (la Repubblica)

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«Credo sia arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale perché avanti così non si può più andare». Intanto, a causa di uno stato influenzale della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, l’incontro che avrebbe dovuto trattare la nuova legge di Bilancio tra il governo e i sindacati, previsto a Palazzo Chigi per il 5 novembre, è stato rinviato all’11 novembre, alle ore 9. (Corriere della Sera)

Sciopero confermato. C’era poco da illudersi, del resto, e si sapeva già che solo la Cisl, dando giudizi più sfumati sulla legge di Bilancio, non avrebbe aderito allo sciopero generale del 29 novembre indetto da Landini e Bombardieri. (L'Eco di Bergamo)

Certo, si può sempre fare di più e la manovra è migliorabile, ma la strada giusta è il confronto, l’esercizio di responsabilità che deriva dalla delega che ci danno i nostri associati. (…) Abbiamo una manovra che orienta due terzi della propria cubatura sul lavoro, pensioni, famiglie, recependo nostre proposte. (CISL)

Verso lo sciopero generale. Ma la Cisl non ci sta

Si sfila la Cisl con il segretario generale Luigi Sbarra che ammette: «Molte delle nostre rivendicazioni sono state accolte». I sindacati confermano lo sciopero generale per il prossimo 29 novembre contro la manovra dopo sei ore di confronto con il governo a Palazzo Chigi. (il Giornale)

Dopo settimane di tensioni governo e sindacati si siedono intorno a un tavolo per parlare della manovra economica. Officia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affiancata da Giancarlo Giorgetti e i ministri. (ilmessaggero.it)

C’era una volta la Trimurti, il patto di ferro CGIL-CISL-UIL che negli anni Settanta dello scorso secolo fece e disfece governi, entrando in crisi nel 1984 quando CISL e UIL non si opposero al blocco della scala mobile da parte del governo Craxi mentre la CGIL appoggiò (senza però proclamare lo sciopero generale) le iniziative di protesta spontanea, o promosse dai consigli di fabbrica, in corso in numerose industrie soprattutto del Nord, ricevendo la solidarietà del PCI allora guidato da Enrico Berlinguer – da tempo in forte polemica e concorrenza con il PSI craxiano – destinato però a morire nel giugno 1984, poco dopo l’enorme ma infruttuosa manifestazione della CGIL svoltasi a Roma nel marzo 1984. (Tuttoscuola)