Yulia Navalnaya: «Farò cadere Putin e mi candiderò presidente della Russia»
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Yulia Navalnaya punta a diventare presidente della Russia. Ma solo dopo aver fatto cadere il regime di Vladimir Putin. Lo ha riferito proprio la vedeva dell’oppositore Alexei Navalny in una intervista alla BBC, rilasciata a Londra in occasione del lancio di Patriot, il libro di memorie che il marito stava scrivendo prima di morire. Navalnaya, oggi presidente della Fondazione anti-corruzione (FBK) creata da Navalny, ha dichiarato di essere consapevole di rischiare l'arresto se dovesse tornare in patria mentre il presidente Putin è ancora al potere. (Corriere del Ticino)
Ne parlano anche altre fonti
Yulia Navalnaya, vedova del leader dell’opposizione russa Aleksei Navalny, ha dichiarato che intende candidarsi alle elezioni presidenziali in Russia una volta terminata l’era di Vladimir Putin. “Quando sarà il momento, parteciperò alle elezioni come candidata”, ha affermato Navalnaya nell’intervista. (Il Fatto Quotidiano)
Yulia Navalnaya, vedova dell’attivista anticorruzione Alexei Navalny, ha rilasciato un'intervista alla Bbc affermando di essere intenzionata a candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. Navalnaya è stata inclusa lo scorso luglio nell'elenco dei «terroristi ed estremisti» e sa che rischia l'arresto se torna in patria mentre il presidente Putin è ancora al potere. (ilmessaggero.it)
Sono passati otto mesi dalla morte del più famoso oppositore di Vladimir Putin, otto mesi durante i quali sua moglie Julija Naval’naja ha messo assieme tutto ciò che di scritto il marito era riuscito a conservare e inviarle. (Rivista Studio)
Esce oggi, per Mondadori, Patriota di Alexej Navalny. Un libro che Navalny ha iniziato a scrivere subito dopo essere stato avvelenato e che ha continuato a scrivere anche in prigione. E infatti, leggendolo, si capisce che Navalny sembra presentire la propria fine. (Vita)
Nel lanciare Patriot, il libro di memorie che suo marito stava scrivendo prima di morire, Yulia Navalnaya ha ribadito i suoi piani di continuare la sua lotta per la democrazia (Adnkronos)
decise di tornare in Russia, dove fu subito arrestato. Nel libro descrive i soprusi subìti in carcere e la costante sorveglianza a cui era sottoposto. "Sta uscendo contemporaneamente in decine di paesi e in più di venti lingue", ha scritto di recente su X Navalnaya. (Il Sole 24 ORE)