Manuel Orazi, docente e curatore: tra architettura, stadi e mostre al Maxxi

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ESTERI

Manuel Orazi, che insegna all’Accademia di architettura di Mendrisio, lega il suo nome non solo all’università della Svizzera italiana ma anche a una serie di progetti editoriali e culturali di rilievo. Per la casa editrice Quodlibet, con sede a Macerata, cura collane dedicate all’architettura, al paesaggio e all’urbanistica, dimostrando una capacità di coniugare rigore accademico e divulgazione. La sua collaborazione con testate come “Il Foglio” e diverse riviste specializzate ne fa una voce autorevole nel dibattito sull’evoluzione degli spazi urbani.

Non meno significative sono le sue partecipazioni a eventi internazionali: ha lavorato con la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia, portando avanti riflessioni sul rapporto tra città e abitanti. Ora, mentre si prepara a co-curarne una sugli stadi per il MAXXI di Roma – in programma dal 29 maggio – il suo sguardo si concentra su strutture che, più di altre, rappresentano l’intreccio tra sport, politica e società.


Trump contro Harvard: l’avvocato "traditore" e la guerra ai finanziamenti

Donald Trump ha ordinato ai figli di licenziare William Burck, legale della Trump Organization, colpevole – agli occhi del presidente – di rappresentare Harvard in una disputa con il governo federale. "Difendere quell’università è inaccettabile", ha dichiarato, ribadendo una posizione già espressa in passato. La Casa Bianca, del resto, ha congelato miliardi di sovvenzioni a Harvard, accusata da alcuni conservatori di essere un "avamposto degli islamisti".

L’ateneo, che ora cerca sostegno tra i suoi mega-donatori, si trova in una situazione paradossale: molti di loro, pur avendo versato cifre record, sono legati a doppio filo all’amministrazione Trump. Intanto, chi come l’ex docente Stephen Walt (1993-2014) sostiene che le minacce federali non cambieranno la cultura dell’università, sottolinea come i vertici di Harvard non abbiano ancora compreso "il pericolo" di certe derive.


Dazi e immigrazione: la giudice arrestata e l’"emporio del mondo"