Lee Konitz: King of the Road

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Che musica ascolta oggi Lee Konitz?

Lee Konitz ha avuto un ruolo di primo piano nell’imporre l’estetica del cool all’attenzione del pubblico degli appassionati di jazz.

Lee Konitz, che a ottobre compirà novant’anni, è uno dei contraltisti più influenti nella storia del jazz, e la sua importanza sullo strumento non è molto inferiore a quella di Charlie Parker.

Personalmente abbiamo amato il disco inciso per la Atlantic nel 1955 «Lee Konitz With Warne Marsh» e il Prestige del 1950, «Subconscious Lee», fondamentale per comprendere l’arte del sassofonista e l’estetica del cool jazz. (Musica Jazz)

Su altre fonti

Il timbro così distintivo di Konitz venne quasi a identificarsi con il suono di questa nuova era del jazz tanto che lui venne riconosciuto come il sassofonista contralto "cool" per antonomasia. Addio a Lee Konitz, mito del jazz all'ombra dei giganti da Miles Davis a Charles Mingus. (Rai News)

Il secondo dei due altosassofonisti di quella registrazione è Lee Konitz che proprio partendo dal cool jazz non ha mai cessato di evolvere il suo stile. Claudio Bianconi Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. (Vivo Umbria)

Nato a Chicago il 13 ottobre 1927 e durante la lunghissima carriera di oltre 70 anni, ha suonato con tutti i grandi a cominciare da Miles Davis , Michel Petrucciani, Ornette Coleman e tanti altri. Il figlio, Josh Konitz, ha confermato la notizia: le cause del decesso sono da attribuirsi al Covid-19. (RagusaNews)

Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2020, 13:11. . Il sassofonista bianco, uno dei più grandi del cool jazz statunitense, ucciso dal coronavirus. Soprannominato Papy Groove, è stato un gigante della musica afro, influenzando artisti da Herbie Hancock a Enzo Avitabile e Jovanotti. (Leggo.it)

Uno standard come Lover man, per intenderci, suonato da Konitz si intuiva davvero in alcuni brevissimi passaggi, ma diventava, in un talentuoso come lui, una sinuosa e stimolante riproposta tutta da riscoprire ogni volta. (Il Fatto Quotidiano)

Lee Konitz (sinistra) a Bergamo Jazz 1998, con Kenny Wheeler, Dave Holland e Bill Frisell. (Foto by Rossetti Foto). I grandi standard americani venivano analizzati e le loro ricchissime strutture armoniche utilizzate come base per un nuovo repertorio. (L'Eco di Bergamo)