Auto, crisi senza fine: anche Bosch annuncia 5.500 licenziamenti
Ancora tagli e licenziamenti. Non c'è pace per il settore dell'automotive, investito da una profonda crisi che sta spingendo colossi e multinazionali a corposi "ridimensionamenti". Adesso è la volta di Bosch, fornitore tedesco di automobili, che nella giornata di ieri, venerdì 22 novembre, ha annunciato l'intenzione di tagliare 5.500 posti di lavoro. "L'azienda necessita di un ulteriore aggiustamento", ha comunicato un portavoce, spiegando che più di due terzi di questi, circa 3.800 posti di lavoro, saranno tagliati in Germania (Today.it)
Ne parlano anche altri giornali
Ultim'ora news 22 novembre ore 17 «L’industria automobilistica soffre di una significativa sovraccapacità», sottolinea in una nota Bosch, aggiungendo che il numero effettivo di riduzioni sarà determinato nelle trattative con i sindacati. (Milano Finanza)
La RSU e i sindacati Fiom e Fim di Belluno hanno indetto un presidio e 4 ore di sciopero il 26 novembre. Si chiede il ritiro della procedura e il rilancio produttivo per evitare che la crisi dell’automotive gravi sulle famiglie e sul territorio. (Radio Più)
Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che, nei prossimi anni, sarà necessario un ulteriore adeguamento della forza lavoro, che potrebbe coinvolgere fino a 5.550 posizioni a livello globale. (ClubAlfa.it)
Oltre allo stabilimento di Setteville (Quero Vas fino a gennaio scorso) il gruppo Bosch è intenzionato a cedere anche lo stabilimento di Villasanta (in provincia di Monza Brianza). (Fiom-Cgil)
Periodo nero e sempre più nero per il settore auto europeo. La tedesca Bosch, il più grande fornitore di componentistica al mondo, ha annunciato 5.500 licenziamenti in tutto il mondo e principalmente in Germania (3.800), poiché le difficoltà dell’industria automobilistica si ripercuotono sull’intera filiera. (Il Fatto Quotidiano)
"La produzione mondiale di veicoli ristagnerà quest'anno intorno ai 93 milioni di unita o addirittura diminuirà leggermente rispetto all'anno precedente", ha spiegato il gruppo tedesco, mentre l'industria automobilistica soffre del calo della domanda, dei ritardi nella transizione verso elettrico e maggiore concorrenza da parte dei produttori cinesi. (La Stampa)