Netanyahu resta cattivo, però è efficace (di Mattia Feltri)

Le piazze descrivono la complessità di un mondo isterico: a Roma si radunano militanti propalestinesi, molto in equivoco sulla causa palestinese, e inscenano un minuto di silenzio per l’uccisione del leader trentennale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Confondono la tirannia terroristica con la resistenza, ignorano il giubilo del popolo iraniano che si è ritrovato i miliziani di Hezbollah in casa, a sparargli addosso durante le proteste a mani nude per il diritto a indossare, leggere, dire quel che si ritiene e non quello che ritengono gli ayatollah, e per quella parolona repellente ai tipi alla Hezbollah: democrazia. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri giornali

La storia di Iacopo Trapletti, che da Coldrerio, nel Cantone Ticino, è partito alla volta di Springfontein Wine Estate, in Sudafrica, per carpire i segreti del vino e applicarli nell’azienda vitivinicola di famiglia. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)

Israele ha in queste settimane concentrato le sue iniziative militari sul Libano infliggendo duri colpi a Hezbollah in un'offensiva che ha raggiunto l'apice con l'eliminazione del segretario (Inside Over)

Venerdì Netanyahu è salito sul podio del Palazzo di Vetro e quando molte delegazioni hanno abbandonato l'aula, sfilando sotto i suoi occhi, non si è lasciato minimamente intimidire dalla protesta. Rendendo noto quello che si sapeva già, ovvero la guerra va avanti tanto a Gaza quanto in Libano. (L'HuffPost)

Israele, la strategia dell’escalation che rafforza Netanyahu. Ma Biden vuole la tregua

Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah è sotto le macerie dei sei palazzi bombardati da Israele a Beirut. Bombardamenti continui sul Libano, movimenti di truppe, la guerra totale forse è già iniziata, il mondo tace attonito. (il manifesto)

Non è meno stupefacente dell'impossibile eliminazione di Nasrallah l'ammirato sguardo del mondo verso il personaggio che tutto il conformismo internazionale ha amato odiare, e ha usato come schermo per attaccare Israele, la guerra, gli ebrei: Netanyahu (il Giornale)

E una fotografia che resterà nella storia di questa guerra. Una frase scandita con fastidio: «Enough is enough» (a voler dire che il troppo è troppo...). (ilmessaggero.it)