Tennis in tv: ascolti record per la Coppa Davis

E’ Tennismania in tv: dopo gli ascolti notevoli raccolti da Rai e Sky per le Atp Finals, in questi giorni è stata la Coppa Davis a catalizzare l’attenzione dei sempre più numerosi appassionati. Ieri pomeriggio la finale vinta dall’Italia sull’Olanda ha interessato ben 3 milioni e 839 mila telespettatori su Raidue, per uno share del 25,02 per cento; scendendo nei particolari il primo match vinto da Berrettini ha radunato davanti allo schermo 3 milioni e 115 mila persone, il secondo con Sinner 4 milioni e 467 mila tifosi. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri giornali

In 112 edizioni ci sono stati 16 vincitori diversi: gli Stati Uniti sono il team che ha alzato più volte al cielo l'iconica "insalatiera". Nuovo successo per gli azzurri quindi dopo il titolo conquistato lo scorso anno dalla squadra guidata da Filippo Volandri. (ilmessaggero.it)

Nel novembre di quell'anno, i due giocatori si dissero: "L'anno prossimo la vinciamo insieme"., riferendosi appunto alla Davis. (Radio Monte Carlo)

Un bravo ragazzo, un bravo campione, lo sportivo della porta accanto. Ma questa è stata la Davis di Matteo Berrettini, della sua definitiva resurrezione, dalla restituzione al tennis che conta di un giocatore che non poteva, e non doveva, scivolare così nell’oblio. (il Giornale)

La Coppa Davis della consacrazione ha le facce di Sinner e Berrettini

L'Italia, trascinata da Jannik Sinner, ha bissato il titolo in Coppa Davis già vinto nel 2023, dominando la finale contro l'Olanda grazie ai successi di Matteo Berrettini contro Botic Van de Zandschulp (6-4 6-2) e di Jannik Sinner contro Tallon Griekspoor (7-6 6-2) . (Eurosport IT)

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha vissuto da... Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Il romano ha facilmente ragione del giovanotto di Veenendaal, classe 1995, che fino a tre anni fa veleggiava stabilmente oltre quota 150 nel ranking ATP eppure questa settimana aveva battuto Rafa Nadal, all’ultimo match della carriera, e poi il tedesco Daniel Altmaier. (la Repubblica)