Medio Oriente di fuoco: tocca al Libano? - Politica e società

Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la risposta militare di Israele a Gaza, il Medio Oriente è di nuovo sull'orlo della deflagrazione. In Libano, i noti attacchi "dei cercapersone" attribuiti da Israele, per colpire membri di Hezbollah, hanno provocato la rappresaglia della milizia sciita, che a sua volta ha scatenato l'offensiva di Netanyahu nel sud del Libano. In un anno, il Medio Oriente ha conosciuto un'escalation di violenza senza precedenti. (Arte.tv)

Ne parlano anche altri giornali

Twitter WhatsApp Facebook LinkedIn Email Print della redazione (Pagine Esteri)

BEIRUT — Il piccolo Libano in mezzo alla guerra. E a Beirut, con le bombe che per tutta la notte danno fuoco a Dahiyeh, il sobborgo meridionale dove Hezbollah teneva il suo quartier genera… (la Repubblica)

Non ce ne voglia il generale Antonio Messina comandante di quella Brigata Sassari fulcro della missione Unifil nel sud del Libano in cui sono inquadrati oltre mille soldati italiani. E ci scusino tutti i nostri militari del cui coraggio e delle cui capacità, dopo 40 anni di missioni all'estero, nessuno può dubitare. (il Giornale)

Crisi umanitaria e bombe, la «tattica» israeliana in Libano

La rete sotterranea di Hezbollah Israele è pronta all'attacco via terra in Libano. L'obiettivo principale delle forze delle Forze di difesa israeliane è quello di neutralizzare la vasta rete di tunnel sotterranei di Hezbollah, un labirinto che si estende per centinaia di chilometri lungo il confine e, a detta degli alti ranghi israeliani, rappresenta una minaccia strategica per lo Stato ebraico. (WIRED Italia)

Il ministro Crosetto, "militari italiani al sicuro nei bunker". Tajani, "un nuovo presidente del Paese potrebbe essere l'interlocutore giusto per la tregua" (AGI - Agenzia Italia)

La tecnica che Israele sta utilizzando in Libano è quella della creazione di un’emergenza umanitaria come arma di destabilizzazione sociale, politica, psicologica, in piena violazione dei diritti umani, in cui i civili diventano mere pedine di una guerra combattuta su molti livelli, oltre al piano strettamente militare. (il manifesto)