La Romania svolta a destra, con la Russia e contro l'Europa
Il candidato di estrema destra Georgescu, che ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania - Inquam Photos/Octav Ganea Quasi tre anni di guerra in Ucraina presentano il conto nell’Europa dell’Est. Fa il rumore di una porta sbattuta in faccia all’Unione e alla Nato, e aperta in segno di benvenuto alla Russia di Putin, il risultato del primo turno del voto presidenziale in Romania. (Avvenire)
La notizia riportata su altri giornali
È questo, in estrema sintesi, il ritratto dell’uomo che ha provocato un terremoto politico in Romania … (La Stampa)
Entrambi hanno in comune la loro opposizione all’establishment politico nazionale, che esce con le ossa rotta dalla competizione. (InvestireOggi.it)
Terremoto politico, tsunami, choc: sono questi i termini che prevalgono all’indomani del primo turno delle presidenziali in Romania, vinte a sorpresa dall’esponente di estrema destra filorusso Calin Georgescu, praticamente uno sconosciuto fino al momento della sua candidatura, che andrà al ballottaggio l’8 dicembre con Elena Lasconi, sindaca e politica di centrodestra, ritenuta anche lei una outsider alla vigilia, ma che è riuscita nell’impresa di arrivare seconda. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L’ingegnere agronomo 62enne è riuscito a battere gli altri 14 avversari con quasi il 23% dei … Filorusso, ammiratore di Putin, star di Tiktok e gaffeur: questa è la sorpresa delle ultime urne presidenziali rumene. (Il Fatto Quotidiano)
Bruxelles – Il secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania sarà uno scontro tra il candidato ultranazionalista Călin Georgescu ed Elena Lasconi, leader del partito liberale di opposizione Usr. (EuNews)
Le più sorprendenti presidenziali del dopo comunismo. A generare lo stupore nel paese balcanico all’indomani del primo turno delle elezioni è stato Calin Georgescu, candidato indipendente, semi-sconosciuto politicamente, su posizioni pro-Russia, anti-occidentali e anti-Nato, delfino dell’altro rappresentante dell’estrema destra, quel George Simion dell’Aur ampiamente superato dal suo allievo e finito al quarto posto con un deludente (per lui) 13.8%. (il manifesto)